Belluno: il liceo Lollino chiude per sempre
Difficoltà economiche e gestionali: l’istituto paritario di proprietà del Seminario Gregoriano cesserà le attività alla fine dell’anno scolastico. Finisce una storia durata oltre 50 anni, avviate le procedure per la chiusura

Doccia fredda per la città di Belluno. Il liceo classico e scientifico “A. Lollino”, istituto paritario di proprietà del Seminario Gregoriano di Belluno, dopo oltre 50 anni di attività chiuderà le sue attività didattiche alla fine di questo anno scolastico. La decisione è stata presa in seguito al parere unanime dal Collegio dei Consultori e dal Consiglio Diocesano per gli Affari Economici nel corso della riunione congiunta del 17 febbraio, svoltasi presso la Curia diocesana.
Le difficoltà dell’istituto
L’istituto, sottoposto a diverse verifiche nel 2017, nel 2023 e più recentemente nel gennaio 2025, ha mostrato difficoltà gestionali ed economiche tali da rendere insostenibile la prosecuzione delle attività. Già nell’autunno del 2023, i due organismi diocesani avevano espresso parere favorevole alla chiusura della scuola. Tale posizione era stata condivisa anche dai Vicari foranei e dall’équipe direttiva dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola, tenendo in debito conto l’impatto dell’Istituto sull’intero territorio diocesano.
crisi mai superate
Nonostante un ultimo tentativo di rilancio avviato nel dicembre 2023, sostenuto dalla Diocesi, le difficoltà non sono state superate. La scarsità di iscrizioni, le criticità gestionali e una situazione economica sempre più fragile, hanno portato alla decisione definitiva di chiusura. Anche la proposta di costituire una Fondazione, avanzata dal progetto “Scuole per Crescere” e inizialmente accolta dalla Diocesi, non ha potuto concretizzarsi. Il vescovo Renato Marangoni ha quindi richiesto di avviare le procedure necessarie alla chiusura dell’Istituto, nel rispetto delle norme di legge e dei regolamenti relativi alle scuole paritarie, «nella sofferta consapevolezza di quanto la scuola ha operato in tutta la sua stagione di attività didattica, innanzitutto come scuola del Seminario e, poi, con il suo servizio pubblico sul territorio».
Internazionalizzare per la svolta
Solo pochi mesi fa l’istituto aveva annunciato il potenziamento linguistico dell’offerta per l’anno 2025/2026. E proprio su questo si puntava da anni per provare a salvare la scuola: infatti, nel dicembre 2023 quanto tutto faceva presagire ad una chiusura imminente, proprio la spinta internazionale aveva fatto sperare: «Le difficoltà recenti della scuola sembrano essersi avviate a soluzione», affermava una nota della scuola. Le famiglie si erano subito attivate per trovare una soluzione, due erano i nodi principali: sanare i conti (perché le iscrizioni erano diminuite negli anni e, quindi, le rette salite fino a 400 euro al mese non erano sufficienti a coprire le spese di gestione) e trovare un gestore che sollevasse la Diocesi da questo compito.
Per uscire dalle sabbie mobili, la recente proposta educativa si era quindi focalizzata verso lingue e internazionalizzazione. Per entrambi i percorsi, era stata introdotta un’ora aggiuntiva di inglese in ogni anno scolastico, per sviluppare le competenze comunicative, facendo approfondimenti culturali e lessicali. A supporto di questa iniziativa, erano stati previsti corsi pomeridiani per il conseguimento delle certificazioni Cambridge. La Diocesi esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla vita della scuola: docenti, personale amministrativo, studenti, famiglie e le realtà associative che vi hanno fatto riferimento in oltre 50 anni di attività.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi