Belluno celebra la Liberazione: «Il 25 aprile è fondamento vivo della nostra identità nazionale»

La cerimonia in Piazza dei Martiri. Il ricordo del coraggio della "Beffa di Baldenich" 

Francesco Distilo
La cerimonia del 25 aprile in Piazza dei Martiri
La cerimonia del 25 aprile in Piazza dei Martiri

Si è svolta oggi, venerdì 25 aprile, in Piazza dei Martiri a Belluno, alla presenza delle autorità religiose, civili, militari e delle associazioni combattentistiche d’arma, la cerimonia commemorativa per l’80° anniversario della Liberazione dall’occupazione nazista. L’evento ha voluto rendere omaggio a coloro che lottarono e sacrificarono la propria vita per la libertà e la democrazia. Alle 9,45 il ritrovo al pennone di Piazza dei Martiri ha segnato l’inizio dell’alzabandiera, con il tricolore issato a mezz’asta in segno di lutto per la morte di Papa Francesco. Subito dopo il corteo ha accompagnato le autorità alla deposizione della corona al Monumento alla Resistenza. Il gesto è stato compiuto dal prefetto Antonello Rocco Berton, dal questore Roberto Della Rocca, dal sindaco Oscar De Pellegrin e dalla consigliera provinciale Donatella De Pellegrin. I momenti solenni della commemorazione sono stati accompagnati dalla Filarmonica di Belluno 1867. Ha aperto gli interventi il sindaco Oscar De Pellegrin, che ha ricordato come il 25 aprile non sia solo una data storica ma un «fondamento vivo della nostra identità nazionale». Il primo cittadino ha detto che «oggi siamo qui non solo per ricordare, ma per rinnovare un impegno collettivo, quello alla libertà, alla democrazia, alla responsabilità civile». Ha poi aggiunto che essere antifascisti oggi significa considerare «non negoziabili valori quali la libertà, la giustizia, la democrazia e la dignità di ogni persona».

Sara Burlon, vicepresidente della Consulta Provinciale degli Studenti, ha posto l’accento sul sacrificio dei giovani partigiani. «Il sangue versato sulle montagne era quello di tanti ragazzi della nostra stessa età, che hanno combattuto per i loro sogni, spesso a costo della vita».

Eric Mandolesi, nipote del comandante partigiano "Carlo" Mariano Mandolesi, ha rievocato il coraggio della "Beffa di Baldenich", celebrata come esempio di ingegno e determinazione partigiana. «Nessuno sparo, sono entrati in 12, sono usciti in più di 80».

L’orazione ufficiale è stata affidata a Felice Casson, ex magistrato ed ex senatore, che ha parlato con chiarezza dei rischi attuali per la democrazia. «Ogni iniziativa che tende a minare l’autonomia e l’indipendenza di stampa e magistratura mina le fondamenta stesse dello Stato democratico e antifascista sorto il 25 aprile 1945».

La cerimonia si è conclusa con l’intervento di Silvano Cavallett, in rappresentanza delle associazioni promotrici. Al termine della manifestazione i rappresentanti bellunesi dell’Anpi hanno intonato “Bella Ciao”.

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