1,3 milioni per lavori alle Um: «Troppo pochi»
BELLUNO. Avevano chiesto 3 milioni di euro, ne sono arrivati meno della metà. Le nove Unioni montane bellunesi dovranno spartirsi 1.350.000 euro per effettuare gli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico che sono fondamentali per fare prevenzione. La cifra è maggiore rispetto a quella messa a disposizione dalla Provincia l’anno scorso, ma è comunque insufficiente per fare tutto quello che servirebbe in un territorio fragile com’è la montagna bellunese. Del resto, come afferma il presidente dell’Um Valboite Domenico Belfi, «i soldi non bastano mai quando si parla di contrasto al dissesto idrogeologico».
Le Unioni montane avevano formalizzato la loro richiesta alla Provincia in un documento presentato nell’assemblea dei sindaci di giugno. L’ordine del giorno era stato ritirato, allora, con la promessa di trovare una soluzione, ma alla fine le risorse a disposizione sono rimaste invariate. «Veniamo accusati di non riuscire a spendere i soldi che ci danno, in realtà quando si fanno opere complesse la rendicontazione diventa un processo più lungo», spiega il presidente dell’Um agordina Fabio Luchetta. «L’ente che presiedo ha sempre usato questi soldi per fare opere ad hoc contro il dissesto, che vanno anche oltre le mere manutenzioni, e 1,3 milioni di euro da suddividere sono troppo pochi».
Se la Provincia ha stanziato solo questa cifra è perché le note difficoltà finanziarie l’hanno costretta a usare i canoni del demanio idrico anche per capitoli diversi dalla difesa del suolo, come le scuole e la gestione della viabilità. «Ma anche i territori montani sono in difficoltà e c’è un grande bisogno di fare opere contro il dissesto», puntualizza Luchetta. Il presidente farà a breve una conferenza dei sindaci per destinare sul territorio i 206 mila euro a disposizione.
Ne avrà quasi 128 mila, invece, l’Um Valboite presieduta da Domenico Belfi. «L’anno scorso ce ne sono arrivati 95 mila, quindi sono soddisfatto siano aumentate, anche se resta un importo basso per tutti gli interventi che sarebbero necessari». Si parla di pulizia dell’alveo dei ruscelli e delle canalette, manutenzione delle strade silvo pastorali, «lavori importantissimi per la prevenzione», precisa Belfi. Che si accontenta e ringrazia la Provincia, consapevole che le condizioni finanziarie dell’ente, oggi, non consentono di aumentare le risorse alle Unioni montane. «Ma auspico che in futuro la cifra venga rivista al rialzo», conclude. «La Provincia incassa 15 milioni di euro di canoni idrici, a noi ne ha destinato meno del 10%».
«Ci sono stati anni più difficili, in cui non abbiamo avuto alcun contributo», aggiunge Luca De Carlo, presidente della Centro Cadore. «È ovvio che con maggiori risorse potremmo fare più interventi, ma quest’anno avremo 40 mila euro in più e soprattutto c’è continuità rispetto all’anno scorso, il che ci permette di fare programmazione».
Anche in Valbelluna c’è la consapevolezza che Palazzo Piloni ha fatto il massimo che poteva. «Siamo al fianco della Provincia per chiedere più soldi allo Stato», dice il presidente Stefano Cesa. «I canoni idrici dovrebbero essere usati solo per la difesa del suolo ma in queste condizioni si usano un po’ per tutto». Cesa ha chiesto ai sindaci di fargli avere una lista delle priorità per stabilire gli interventi da finanziare con i 139 mila euro che arriveranno all’Um Valbelluna. I Comuni comparteciperanno al 25%, quindi sul territorio saranno riversati nel complesso 190 mila euro. (a.f.)
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