10 anni dopo, Scoiattoli col K2 nel cuore: «Tutta Cortina era con noi»

La festa del gruppo alla Locanda del Cantiniere in ricordo di Lino Lacedelli. Il nipote Mario non nasconde il sogno di tentare un altro tetto del mondo

CORTINA. Dieci anni dopo, la spedizione degli Scoiattoli sul K2 ancora unisce e commuove. Era il 27 luglio 2004, quando alle 7.15 locali, Mario Dibona, Renato Sottsass, Marco Da Pozzo e Renzo Benedetti raggiunsero la vetta del K2 a 8.611 metri. Lo stesso traguardo lo conquistarono il giorno seguente, il 28 luglio alle 9.45 locali, anche Mario Lacedelli e Luciano Zardini. Cinquant'anni dopo la conquista della seconda montagna più alta del mondo effettuata dallo Scoiattolo Lino Lacedelli e da Achille Compagnoni il 31 luglio del 1954, gli uomini dal maglione rosso tornarono in vetta al K2.

Fu un'avventura che coinvolse tutto il paese, trasmessa in diretta da Radio Cortina. Ancora oggi a distanza di dieci anni quella spedizione viene rivissuta con una grande emozione, all’insegna dei valori unici come l’amore e il rispetto per la montagna e lo spirito di squadra, che da sempre contraddistinguono gli Scoiattoli.

«È stato un successo di squadra», disse nel 2004 il sindaco Giacomo Giacobbi, «sostenuto da un grande spirito di gruppo, compreso il fondamentale apporto di tutti coloro che, sull’esempio del capo spedizione Stefano Dibona, si sono prodigati per il conseguimento del risultato collettivo e hanno concesso ad altri compagni di giungere in vetta. Quella degli Scoiattoli è un’impresa frutto di una grande caparbietà e di una eccellente preparazione fisica e tecnica che ha portato sulla cima della montagna più difficile del mondo uomini di cui il nostro paese può andare orgoglioso».

Oggi come allora nel ricordo dell'impresa storica di Lino Lacedelli gli Scoiattoli hanno rivissuto i momenti salienti della spedizione festeggiando i 10 anni alla Locanda del Cantiniere. «È stata un'esperienza meravigliosa», dichiara Mario Lacedelli, «un'esperienza per un certo verso irripetibile. Il coinvolgimento di tutta Cortina e dei paesi limitrofi non ci sarà più. Quando ritornammo dalla spedizione a Cortina ci fu una festa che vide in piazza migliaia di persone. Tutti esposero le bandiere rosse degli Scoiattoli ai balconi. Tutta Cortina si tinse di rosso a festeggiare la nostra conquista che voleva ricordare l'eroica impresa di mio zio Lino. Per noi è stata e resta un'impresa dall'alto valore umano. Al di là dei complimenti che ci arrivarono dal presidente Ciampi, dal Pontefice e da vari ministri, l'affetto del paese, che ci fu a prescindere da chi riuscì ad arrivare in cima e da chi ci accompagnò solo al campo base, come Lino Lacedelli e Lorenzo Lorenzi, resteranno indelebili».

Con gli occhi lucidi dall'emozione Lacedelli ricorda la spedizione del 2004 come la più bella fra le dieci che lo hanno portato in cima a varie vette del mondo. «È stata un'esperienza che mi ha dato tanto», dice, «vivere una spedizione è sempre particolare. Il bello è tutto l'insieme. Il segreto è partire sapendo che devi vivere un'emozione a prescindere dalla vetta».

Gli Scoiattoli di Cortina, seguendo l’itinerario della storica spedizione italiana del 1954, hanno ripercorso le traccia dello "Scoiattolo" Lino Lacedelli, che li accompagnò fino ai piedi della Grande montagna. Ora a distanza di dieci anni si pensa ad un'altra spedizione. Mario Lacedelli non nasconde di voler tentare un altro 8 mila.

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