30 mila euro per lo show di Vasco a Feltre, lui non ne sapeva nulla

Due feltrini e l’Auser pagano 30 mila euro di anticipo per organizzare l’evento ma il contratto sparisce, lo spettacolo salta e i soldi non tornano indietro

FELTRE. Più che un flop organizzativo, somiglia sempre più ad una truffa quella che vede coinvolti due ragazzi di Feltre e l'Auser provinciale, che per uno show di Vasco Rossi al palaghiaccio di Feltre, promesso per metà luglio, hanno sborsato un anticipo di 30 mila euro ad un'agenzia di Brescia, promettendo altri 30 mila euro alla chiusura del contratto. Dopo la pubblicazione della notizia sul nostro giornale, c'è da registrare anche l'intervento dell'ufficio stampa del rocker di Zocca. Tania Sachs, storica portavoce del Blasco, smentisce di aver mai avuto contatti con agenti e promoter per l'organizzazione dello show a Feltre ed esclude che un'iniziativa di questo tipo possa essere stata programmata senza il suo coinvolgimento.

Le vittime sono due ragazzi di Feltre, che per primi si sono mossi nell’organizzazione dello spettacolo e che hanno investito seimila euro a testa, ossia tutti i loro risparmi. E poi l’Auser provinciale, cioè l’associazione di volontariato e solidarietà che presta servizio in favore degli anziani, e che per l’iniziativa ha tirato fuori 18 mila euro. «L’obiettivo doveva essere quello di promuovere alcune nostre iniziative, come il Filo d’argento (il servizio telefonico per anziani soli, ndr) e il trasporto solidale», ammette il presidente provinciale dell’associazione, Ivano Platolino, non senza qualche imbarazzo. «Ma pare che non se ne faccia più niente, perché Vasco Rossi non sta bene e perché c’è qualche problema organizzativo. Comunque siamo in una fase interlocutoria, preferiremmo non parlarne perché prima anche noi vogliamo capire bene cosa è successo».

In effetti l’organizzazione dello show si è misteriosamente bloccata da qualche settimana e anche i contatti con l’agenzia risultano difficili. Al punto che i due giovani finanziatori feltrini si sarebbero già rivolti ad un avvocato per valutare le prossime mosse. Il contratto, firmato e accompagnato dal bonifico di 30 mila euro, è stato spedito all’agenzia da più di due settimane. Ma non è mai tornato indietro con la firma di conferma. L’agente, raggiunto al telefono, ha ammesso che c’è qualche problema e che lo spettacolo rischia di saltare. Insieme a Vasco Rossi erano attesi Elena Santarelli, la Vascombriccola (una cover band del Blasco) e un personaggio tra i più noti di radio Deeyay. Già prenotato il palaghiaccio, restavano da definire gli aspetti organizzativi e da far partire quella che si immaginava come un’imponente campagna promozionale, per un tutto esaurito praticamente certo. Anche perché, stando alle promesse dell’agenzia, l’appuntamento avrebbe avuto grande risalto a livello nazionale, perché collegato all’inaugurazione di una statua dedicata a Vasco Rossi, da collocare in una città italiana non ancora nota. E invece, per ora, l’unica statua dedicata al rocker di cui si ha notizia è quella in legno che il Comune di Serravalle Scrivia ha voluto quattordici anni fa. E l’evento feltrino rischia di passare alla storia come un colossale flop. Una patacca, direbbe Vasco. Jovanotti, invece, ci avrebbe messo un ritornello: «No Vasco, io non ci casco». Una canzoncina, forse un consiglio da seguire.

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