5x1000 Belluno, il Soccorso alpino doppia tutti: «Fondi spesi per gestire il Covid»

L’ente ha ricevuto 144mila euro, vale il 15% delle entrate in bilancio.

Il presidente Selenati: strumento utilissimo ci abbiamo sempre creduto

Francesca Valente

BELLUNO. Primi in vetta. Con oltre 144mila euro, il Soccorso alpino e speleologico del Veneto (Cnsas), è l’ente bellunese che ha ottenuto più preferenze e finanziamenti dalle dichiarazioni dei redditi. Doppiati i secondi. «La nostra presenza sul territorio è costante», sottolinea il presidente regionale Rodolfo Selenati, «oltre a offrire un servizio di soccorso alpino siamo un vero e proprio presidio h24, tanto che ci siamo attivati con Vaia, o con il problema della neve di quest’inverno. Non ci occupiamo soltanto di aiutare i turisti o di intervenire negli ambienti montani, siamo un vero e proprio presidio».

Sarà anche per questo che la riconoscenza dei contribuenti si è espressa – almeno per la provincia di Belluno – soprattutto a favore di quest’organizzazione, presente su tutto il suolo nazionale. «Ci abbiamo sempre creduto e ci siamo sempre impegnati molto per pubblicizzare questo strumento, pur non investendo grosse cifre pubblicitarie. Sul totale delle nostre entrate a bilancio, la devoluzione delle imposte nette incide per un 15 per cento, il resto deriva dalle convenzioni con la sanità e con la Regione per il reparto di protezione civile».

L’aiuto in termini netti è comunque importante e viene utilizzato per progetti specifici: «Nel 2020 una buona quota è stata messa per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, sia per affrontare la pandemia sia per gestire le emergenze tradizionali (dunque ausili come caschi, zaini, scarponi…). In quest’ultimo periodo abbiamo dovuto cambiare molto la nostra operatività e il nostro sistema di intervento, anche seguendo dei corsi appositi.

Oltre a questo, abbiamo costruito un bel progetto sulla prevenzione che sarà presentato sabato e che verrà poi portato nelle scuole, corredato da video professionali sui quali abbiamo investito cifre importanti. Per quest’anno l’uso sarà all’incirca lo stesso, più una quota parte che andrà a implementare il nostro parco droni, anche con la formazione di altri piloti delle altre delegazioni, in particolare l’undicesima che copre Padova, Vicenza e Verona». F.v.

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