6000 campanili, Anci Veneto chiede tempo per i progetti

BELLUNO. «Il programma “6000 campanili” è più una gara di velocità che un effettivo aiuto ai piccoli comuni a finanziare opere utili. E poi visti i tempi così ristretti per partecipare, si...

BELLUNO. «Il programma “6000 campanili” è più una gara di velocità che un effettivo aiuto ai piccoli comuni a finanziare opere utili. E poi visti i tempi così ristretti per partecipare, si potrebbe pensare che si tratti di un piano per avvantaggiare qualcuno che i progetti li ha già pronti nel cassetto».

L’Anci Veneto, tramite il presidente della consulta degli enti di minore dimensione demografica, Gino Pante contro il decreto legge n. 69 che prevede il progetto denominato “6000 campanili”.

Si tratta di un piano del valore di 100 milioni di euro messi a disposizione dei comuni sotto i 5000 abitanti, che in Italiano sono 5702 e molti sono in provincia di Belluno, che possono chiedere un contributo tra i 500 mila e un milione di euro per interventi di sistemazione dei centri e prevede che il numero dei beneficiari non possa essere superiore a 200.

«Il problema è che i comuni veneti non sono stati avvisati tempestivamente dell’iniziativa dell’Anci nazionale», precisa Pante, «e che senza la convenzione definitiva non è possibile preparare adeguatamente la richiesta. Il bando poi, a quanto dicono, dovrebbe uscire a breve e i Comuni avrebbero tempo un giorno per presentare i progetti milionari già allo stato esecutivo. Insomma, si tratta di una gara di velocità nella presentazione dei interventi che favoriscono chi ha indiscrezioni precise sulla convenzione finale e che al contempo non tutela e non premia, e questo è l’assurdo, i comuni virtuosi che hanno rinunciato a cantierare delle opere pubbliche per salvaguardare i propri bilanci».

Anci Veneto ha scritto al presidente nazionale, Fassino, chiedendo un tempo congruo tra la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della convenzione e la presentazione dei progetti per permettere ai Comuni il corretto invio dei progetti. «Ora attendiamo la risposta», conclude Pante.

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