«A 50 anni mi ritrovo a dover cambiare vita»

BELLUNO. Tra coloro che ieri hanno ottenuto un posto fisso ci sono Cristina e Fabio. La prima, da 19 anni precaria, ha scelto di insegnare lettere alle medie, anche se il suo sogno era quello di...

BELLUNO. Tra coloro che ieri hanno ottenuto un posto fisso ci sono Cristina e Fabio. La prima, da 19 anni precaria, ha scelto di insegnare lettere alle medie, anche se il suo sogno era quello di andare alle superiori. «Ho scelto la scuola di Tambre, perché più vicina a casa (abito a Belluno) e poi perché è stata una delle prime scuole dove ho iniziato la mia carriera e mi sono trovata molto bene. Avrei potuto decidere di rischiare e rinunciare a questa cattedra, rimettendomi in gioco a livello nazionale nella fase B, ma ho preferito mettere un punto. Resta un po’ di rammarico: questa riforma, infatti, è pensata per tappare i buchi e non premia le competenze».

Dopo 25 anni di precariato, anche Fabio, 51 anni, è riuscito ad avere il suo posto fisso come insegnante di educazione fisica alle superiori di Cortina. Anche per lui, come per altri colleghi, i chilometri da macinare ogni giorno saranno tanti, considerando che risiede a Belluno. «Sono 150 km al giorno, 30 mila all’anno, senza considerare i giorni complessivi passati in auto per il tragitto. Ho visto tanti passarmi davanti in questi anni, ma ora è venuto il mio turno: devo ammettere che non ci speravo più».

Per Giampietro, 50 anni, precario dal 1991, residente a Cortina, la situazione è un po’ più complicata. Docente di educazione fisica alle medie, malgrado un anno in meno rispetto all’amico Fabio, per un solo posto in graduatoria è rimasto fuori dalle fasi A e zero. Ora il suo futuro sarà deciso da un cervellone a Roma che, incrociando dati su dati, gli assegnerà una provincia in cui insegnare. E anche se il sorriso non manca, un po’ di rabbia c’è. «Sono il primo dei trombati», confessa, «dopo una vita di precariato, che non ti ha permesso di farti una famiglia, ti trovi a buttare via quanto hai costruito fin qui, per ricominciare da chissà quale parte d’Italia».

Intanto, però, la riforma della scuola agita gli animi dei sindacati e dei docenti, che promettono una manifestazione di protesta per il 4 settembre al Lido di Venezia, durante il Festival del Cinema. Si prepara l’autunno caldo della scuola.

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