A Belluno arrivano altri 20 profughi Alloggiano ad Orzes
BELLUNO. Le richieste del Bellunese sono state ascoltate, almeno per ora. I migranti destinati alla provincia di Belluno sono 20 e anche loro, come gli ultimi 15 arrivati agli inizi di maggio, alloggeranno temporaneamente ad Orzes. Ci staranno solo un paio di settimane: il gruppo Ceis di Belluno ha già dato disponibilità all’accoglienza nelle sue strutture dove dovrebbero essere trasferiti nelle prossime settimane.
All’indomani della riunione dei prefetti a Venezia - durante la quale è stato annunciato che il Veneto potrebbe trovarsi a dover accogliere circa 450 migranti - iniziano già i primi arrivi. Ieri sono partiti alla volta di Belluno 20 rifugiati, tutti uomini e maggiorenni. Un numero che si inserisce in una tranche che vede l’arrivo in Veneto di 140 persone e che corrisponde alle disponibilità della provincia di Belluno portata a Venezia dal prefetto Giacomo Barbato. Questi sono gli unici dati certi. La loro provenienza, le loro storie e soprattutto il loro futuro sono un’incognita anche per le cooperative chiamate a gestirne l’accoglienza.
Con questi nuovi arrivi il numero di migranti ospitati in provincia di Belluno sale a circa 120 persone. Pochissime quelle che, in queste settimane, hanno scelto di allontanarsi. La maggior parte è rimasta negli alloggi assegnati e partecipa alle attività di integrazione proposte dalle cooperative. «Ma facciamo sempre più fatica» spiega Marco Slongo, presidente del Consorzio Sviluppo e Innovazione, «con questi numeri diventa difficile lavorare sull’integrazione».
E ancora più difficile trovare le sistemazioni per accogliere i nuovi migranti. «Gli alloggi scarseggiano» continua il presidente, «e prezzi sono alti. Stiamo controllando il territorio dal Cadore in giù ma riscontriamo una certa difficoltà nel reperire alloggi». Una responsabilità non da poco per le cooperative che collaborano a stretto contatto con la Prefettura nella gestione dell’emergenza. L’ex scuola Barozzi di Orzes è infatti solo una base temporanea messa a disposizione dal Comune di Belluno e che prevede permanenze di poche settimane.
Ora i profughi alloggiati lì saranno 32. Gli ultimi arrivati sono destinati a fermarsi poche settimane per poi venire affidati al gruppo Ceis, per gli altri 12 la speranza è legata ad una trattativa ancora in corso con una grande struttura di Quero. Nel frattempo la vita quotidiana dei migranti continua.
«Per i pasti quotidiani ci appoggiamo ad un servizio di catering» continua Slongo, «ma nei gruppi più piccoli incoraggiamo l’autonomia. In generale cerchiamo di trovare sempre un ruolo. Ad esempio chi parla più lingue ci dà una mano con l’accoglienza dei nuovi arrivati mentre gli altri possono partecipare alla gestione delle faccende quotidiane».
Valentina Voi
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