A Belluno scatta la mappa delle colonie feline: gatti microchippati
Nel Dup in evidenza l’attenzione per il benessere animale. Bortoluzzi: «Vogliamo anche migliorare la comunicazione»

Mappatura, microchippatura dei gatti e maggiore informazione, per la sicurezza di tutti. Palazzo Rosso al lavoro sulle colonie feline. Sono oltre cinquanta quelle presenti nel territorio comunale, per le quali l’amministrazione intende valutare “modalità di gestione volte all’eliminazione delle attuali problematiche”, si legge nel Documento unico di programmazione. Ma l’attenzione nei confronti degli animali si concretizza anche nell’impegno a valorizzare il canile sanitario e a realizzare l’area per lo sgambamento dei cani, che manca in città.
Colonie feline
Le colonie feline sono state causa, a volte, di conflitto urbano. «Sono due le criticità: la localizzazione di alcune colonie e la mancanza di cultura sul tema», spiega il consigliere delegato al benessere degli animali, Lorenzo Bortoluzzi. Possono esserci problemi, ad esempio, per la circolazione stradale, perché i gatti di una colonia sono liberi di muoversi. E quando arriva il momento delle cucciolate, se le gatte non sono state tutte sterilizzate (magari perché non fanno parte della colonia), può capitare che alcune persone si infastidiscano per l’aumento dei mici. Palazzo Rosso sta mettendo a punto un piano per risolvere queste criticità.
«Innanzitutto vogliamo aumentare la comunicazione e l’informazione, ad esempio segnalando con cartelli la presenza della colonia», spiega Bortoluzzi. In questo modo gli automobilisti sarebbero informati della potenziale presenza di gatti sulla strada, e viaggerebbero con prudenza. Si punta poi, «insieme all’Ulss, ad avviare un progetto per la microchippatura dei gatti di tutte le colonie felice presenti in città», prosegue Bortoluzzi. «Operazione che può aiutare anche a verificare se ci sono abbandoni».
Una delle colonie più numerose è quella che si trova in via Lungardo, vicino alla galleria che porta a Lambioi. Altre sono nel Castionese, sul Nevegal. Alcune sono più visibili, altre di difficile individuazione. L’obiettivo è fare una mappatura completa delle colonie, per poi avviare il piano di comunicazione e quello di microchippatura.
Il canile sanitario
Dal gatti ai cani. «Da un mese stiamo dialogando con la direzione sanitaria dell’Ulss Dolomiti per verificare lo stato del canile sanitario e se ci sono soluzioni per contemperare le esigenze dell’azienda e le nostre», spiega Bortoluzzi. «La base di tutti i nostri ragionamenti è che il canile sanitario è, e deve rimanere, a Belluno, con i servizi che espleta».
Ma è anche vero, continua, che la struttura è obsoleta, e avrebbe bisogno di un intervento di manutenzione e valorizzazione. Quello che si sta cercando di capire è se convenga lavorare sul complesso in via Cappellari o se sia più opportuno costruirne uno nuovo.
A favore dei cani saranno infine spese le risorse che il Comune incasserà dalla vendita di un immobile a Limana: la proprietaria l’ha lasciato a Palazzo Rosso, con il vincolo che i proventi venissero destinati proprio alla cura degli amici a quattro zampe. E Palazzo Rosso rispetterà questa volontà, assicura Bortoluzzi.
Un’area per lo sgambamento
Nei programmi dell’amministrazione c’è infine l’area per lo sgambamento dei cani. Progetto di cui si parla da anni, ma che non si è ancora concretizzato. «In tempi relativamente brevi vogliamo individuare lo spazio adeguato», spiega Bortoluzzi, «e realizzare l’area per lo sgambamento dei cani». L’attesa è dovuta al fatto che si sta cercando di fare una sorta di progetto integrato, che coinvolga anche il canile.
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