A Belluno una sfida tra sette candidati

Liste civiche di centrodestra e centrosinistra e partiti si contendono Palazzo Rosso per i prossimi cinque anni
Palazzo Rosso Rimane incerta la situazione in maggioranza dopo il ritiro delle deleghe a Gidoni
Palazzo Rosso Rimane incerta la situazione in maggioranza dopo il ritiro delle deleghe a Gidoni
BELLUNO. Sette candidati, undici liste e una città in attesa. Domani gli elettori bellunesi sono chiamati a scegliere il sindaco e la maggioranza che guideranno Palazzo Rosso per i prossimi cinque anni e la sfida si presenta interessante. Nell’ultimo mese, quello più intenso della campagna elettorale, i candidati hanno lanciato le loro proposte con decine di incontri e numerosi confronti diretti, in un clima di fair play che non si vedeva da tempo, nonostante le diversità e il percorso accidentato che ha spaccato centrodestra e centrosinistra nei mesi precedenti.


Lo studio affacciato sul Piave, finora occupato da
Jacopo Massaro
, fa gola a molti, perché amministrare Belluno implica giocare una partita ben più estesa: dalla Provincia al Bim, dalle società partecipate alla Conferenza dei sindaci per le politiche socio sanitarie. Da parte sua il sindaco uscente si ricandida con l’appoggio di tre liste civiche, portando in dote un’azione di risanamento dei conti comunali, estesa insieme ai colleghi anche alle società che negli anni passati erano finite nei guai. Dopo cinque anni di lavoro, Massaro spera di proseguire il suo mandato per dare compimento ai progetti più importanti impostati in questi anni: il piano di rigenerazione urbana, il rilancio culturale e turistico con il recupero e l’apertura al pubblico dei palazzi di maggior pregio del centro, e una maggiore equità del costo dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese. Ora che i debiti del Comune si sono ridotti al minimo, Massaro può anche intraprendere il piano di opere pubbliche, finora limitato alle manutenzioni e ad interventi mirati alla sicurezza.


Tre sono le liste anche di
Paolo Gamba
, tutte civiche che raccolgono l’eredità del centrodestra che amministrò Belluno dal 2006 al 2012, con l’aggiunta di persone che si impegnano per la prima volta. Gamba, che in quegli anni fu assessore, vede una città spenta e priva di capacità attrattiva e propone di rivitalizzarla puntando per prima cosa sul turismo. In campagna elettorale Gamba ha spinto anche sul ruolo di Belluno capitale delle Dolomiti, capace di ottenere i finanziamenti per gli interventi necessari più dall’Europa che da una Regione e uno Stato sempre più avari con gli enti locali. Un’aula studio con bar e libreria al Bembo e un ripensamento della viabilità cittadina sono tra le proposte di Gamba, insieme al recupero del progetto della scuola svizzera sul Nevegal, visto ancora prioritariamente come polo per gli sciatori.


Nonostante la predominanza delle civiche, le elezioni di domani sono un test importante anche per la politica classica, a iniziare dal Partito Democratico che si affida a
Paolo Bello
. Il candidato sindaco dem si concentra sui giovani e sulle famiglie, senza dimenticare le questioni pratiche e quindi quelle opere pubbliche condivise nei programmi di tutti (dalla sostituzione del ponte bailey al Fio 2 passando per il ponte di San Pietro in Campo) che invece Bello pensa di poter finanziare grazie al filo diretto che il suo partito ha con il governo.


Un filo più corto, nel caso di
Franco Gidoni
, candidato sindaco della Lega Nord che torna a misurarsi da sola dopo il fallimento delle trattative per un centrodestra unito. Gidoni, che attualmente siede in Regione, offre proprio il rapporto privilegiato con Venezia come strumento di sviluppo della città, senza dimenticare i cavalli di battaglia della Lega: la sicurezza e una stretta sull’accoglienza ai migranti. In campagna elettorale Gidoni ha insistito molto anche sui servizi pubblici, a partire dai trasporti e sulla necessità di creare posti di lavoro anche di alto profilo, per contenere la partenza dei giovani bellunesi verso altre terre.


C’è tanto ambiente, invece, nel programma di
Stefano Messinese
, scelto dal Movimento 5 Stelle per la conquista di Palazzo Rosso e per capire se la sua presenza in città si è rafforzata. Messinese si differenzia dagli altri candidati per una visione del Nevegal che prende atto della mancanza di neve e promette di investire su un turismo sostenibile e un programma culturale ancora più ricco. Per il M5S Belluno va riscoperta nelle sue bellezze prima di tutto dai bellunesi, che potranno essere i primi e migliori promotori del loro territorio.


Parte dalle frazioni la visione futura di
Franco Roccon
, anche lui candidato con una lista civica. Roccon ha affrontato la campagna elettorale più lunga dei sette, raccogliendo le richiesta dei cittadini e proponendo una maggiore sicurezza contro i furti nelle case, e la riapertura al traffico del centro alle auto. Il candidato sindaco di Civiltà bellunese ritiene che la crisi del commercio sia causata o almeno aggravata dalla pedonalizzazione decisa vent’anni fa e intende invertire la rotta, insieme ad altri provvedimenti per le famiglie e i ragazzi.


A vivacizzare una campagna elettorale dai temi spesso scontati, ci ha pensato un giovane candidato che ha riportato di attualità idee e termini vintage. È
Elder Rambaldi
, candidato del Partito Comunista dei Lavoratori che vede nella crisi del capitalismo l’opportunità per la crescita di una società più responsabile e giusta e dove la classe operaia potrà tornare protagonista. Rambaldi invoca una rivoluzione pacifica quanto decisa contro chi si è arricchito sfruttando il precariato, l’ambiente e le disuguaglianze sociali; parla di esproprio dei beni della Chiesa (tranne i luoghi di culto) e delle multinazionali e pensa ad un futuro per i giovani fuori dalle gabbie del sistema.


Domani sera si saprà chi ha convinto di più.




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