A Calalzo prossima la cena con prodotti in scadenza
CALALZO. Contro lo spreco alimentare, anche quando si mangia fuori casa (in ristoranti, alberghi e pizzerie), si è già mossa, anticipando i tempi, l’Unione montana Centro Cadore, che a inizio giugno ha presentato il progetto “Buoni oggi e anche domani!”. Un’iniziativa che gode del patrocinio del ministero dell’Ambiente e del contributo di Ecomont, Enaip e Comieco. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in provincia, che si colloca all’interno della campagna nazionale “Family Bag” avviata in via sperimentale in Veneto.
«A inizio luglio abbiamo iniziato a distribuire a tutti i ristoratori degli otto Comuni dell’Unione le “family bag”, le borsette con cui i clienti possono portare a casa il cibo non consumato», spiega Luca De Carlo, presidente dell’Unione. Le borsette sono state consegnate anche alla Coop sociale Cadore, che sta diffondendo il materiale pubblicitario, oltre che a Pro loco e operatori turistici: «Come Unione montana abbiamo messo vetrofanie, cartoline da distribuire e, sui tavoli dei locali, dei segnaposto. Siamo orgogliosi di aver anticipato la legge nazionale». L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato ridurre lo spreco, visto che, a livello nazionale, sei milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, mentre si getta in pattumiera cibo per un valore di oltre 10 miliardi di euro; dall’altro, diminuire la produzione di rifiuti, riducendo anche i costi in bolletta. «L’iniziativa ha un valore sia morale che economico», dice De Carlo.
Sul fronte economico e della raccolta differenziata, dati dell’Ecomont mettono in evidenza il fatto che l’umido, fortunatamente, viene recuperato in energia. Ma, tra trasporto e smaltimento, per l’Um Centro Cadore si spendono 450 mila euro all’anno. Progetti come “Buoni oggi e anche domani!” hanno quindi un’importanza da non sottovalutare. «Siamo partiti da poco ed è presto per fare bilanci, ma posso senz’altro già dire che il progetto è utile», sottolinea Luca Tonazzi dell’hotel Ferrovia di Calalzo, anche vice presidente del Consorzio Cadore Dolomiti. «Bene o male, la gente non consuma tutto quello che viene servito. Ho potuto notare che il fatto di avere vetrofania e locandine sui tavoli incentiva le persone a chiedere di poter portare via quel che avanzano, senza riguardi o imbarazzo. E l’iniziativa piace alla clientela. I benefici si potranno vedere, a mio parere, soprattutto in ristoranti e pizzerie, più che negli alberghi. Ridurre lo spreco è fondamentale: i risparmi saranno a beneficio della collettività. Mi auguro che la legislazione nazionale preveda degli incentivi per chi fa uso dei “family bag” per abbattere gli sprechi».
«Stiamo usando moltissimo le borsette, sia a pranzo che a cena», dice Guido Lozza, titolare della pizzeria ristorante Bar Alpino di Calalzo. «Anche prima che partisse questo progetto ho sempre cercato di non buttare via il cibo: proponevo ai clienti di portare via l’avanzato e usavo dei sacchetti per il pollo alla griglia che dovevo procurarmi appositamente. Ora sono contento che le borsette siano messe a disposizione dall’Um». «Le persone locali tendono un po’ a “vergognarsi”», continua, «mentre i turisti che vengono dalla città si fanno meno riguardo. C’è ancora lavoro da fare, ma questo è un buon punto di partenza». Intanto il 29 agosto, a Calalzo, si terrà una serata contro lo spreco alimentare. «Il menù sarà a base di cibo in scadenza o avanzato», precisa De Carlo. «Ho già trovato diversi sponsor e sto raccogliendo la disponibilità di alcune cuoche. Ricordiamo poi che, tramite il Qr Code presente sulle “family bag”, è possibile accedere alle ricette, preparate dai ragazzi dell’Enaip, per utilizzare il cibo avanzato, come insegnavano i nostri nonni e avi».
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