A Col Margherita nasce il parco dolomitico

L’area tematica permetterà di scoprire le montagne giocando. Inaugurazione a inizio estate

FALCADE. Alla scoperta di tutti i segreti delle Dolomiti. Per conoscere attraverso il gioco nozioni scientifiche sulla storia e sulla geologia delle montagne Patrimonio dell’Umanità.

L’estate della Ski Area San Pellegrino si arricchisce di una nuova attrazione: il Col Margherita Park, parco tematico a quota 2.514 metri. Un progetto studiato e realizzato in collaborazione con il Muse-Museo delle scienze di Trento e il geologo Claudio Valle. I lavori erano iniziati l’autunno scorso e il taglio del nastro avverrà con l’apertura della stagione estiva.

Il parco si struttura in un percorso costituito da tre diverse installazioni, facilmente raggiungibili in funivia e capaci di stuzzicare la curiosità di grandi e piccoli, tra vulcani, ghiacciai, isole, fondali marini, ere geologiche e fossili. Si va da “Isole o montagne”, in cui si attraversano le ere geologiche e le principali tappe della nascita delle Dolomiti, a “In equilibrio sul tempo”, sfida alla ricerca di fossili e reperti che caratterizzano ognuno dei nove gruppi dolomitici.

Sul punto più alto e panoramico del Col Margherita, a 2.550 metri, un vero e proprio timone interattivo consente di giocare con i profili delle cime che si stagliano tutto intorno. Da lassù, con un solo sguardo a 360 gradi, è possibile vedere tutti i nove gruppi dolomitici e provare a indovinare i nomi con uno speciale “Timone delle Dolomiti”.

Oltre a essere facilmente raggiungibile in funivia dal Passo San Pellegrino (al costo andata e ritorno di 12 euro), il Col Margherita rappresenta un punto di osservazione privilegiato su tutto il sistema Dolomiti Unesco.

Nell’area si trovano anche due balconi panoramici attrezzati con panchine, puntatori e pannelli informativi con la descrizione geologica delle vette circostanti. Il primo guarda verso nord-ovest, congiungendo in una sorta di abbraccio virtuale il Gruppo del Latemar alla Marmolada, mentre l’altro è rivolto verso sud-est, in direzione delle Pale di San Martino e della Catena del Lagorai.

Insomma, dal Col Margherita si può osservare e ascoltare tutto quello che le Dolomiti hanno da raccontare, a partire dalle loro origini in tempi remoti, quando deserti sterminati e inospitali furono via via ricoperti da un mare che diventò assai presto accogliente e ricco di fauna ittica. Un periodo di vita prosperosa che venne interrotto da un repentino cambiamento: dalle acque turbolenti del mare emersero enormi vulcani, i cui prodotti esplosivi si andarono accumulando negli abissi.

Molto tempo dopo i grandi movimenti orizzontali delle zolle iniziarono a restringere l’oceano e i sedimenti vennero sollevati fino a costituire le terre emerse che piogge e ghiacciai plasmarono, restituendo a noi un paesaggio cesellato in una infinita serie di forme e di colori.

Martina Reolon

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