A Faverga si coltivano le bacche di goji tibetane

È una novità assoluta in provincia. Ad avviarla sono stati due giovani bellunesi Eros Dal Farra e Sergio Donadel che hanno costituito anche la società Ddss

BELLUNO. Chi non conosce le bacche di goji che da qualche anno stanno spopolando nei supermercati per le loro proprietà antiossidanti? Ebbene, due giovani bellunesi hanno pensato che era venuto il momento di saperne di più su questo frutto asiatico, ma soprattutto che era il momento di farlo crescere tra le Dolomiti. E così Eros Dal Farra, 37 anni e Sergio Donadel, 38 hanno deciso di avviare un’attività agricola a Faverga coltivando, in modo biologico, queste succose bacche rosse. Non quelle cinesi, attualmente le più commercializzate, ma quelle tibetane, «dalla forma più lunga, più dolci e ancora più ricche di vitamine e sostanze che fanno bene alla salute», dice Dal Farra.

Da tre anni i due, che lavorano insieme in un’azienda bellunese, hanno deciso di dedicarsi nel tempo libero a queste colture, «primi in provincia e in Veneto e forse anche in Italia», dicono. «Quattro anni fa, abbiamo visto questi frutti al supermercato e ci siamo incuriositi. Ci siamo informati», dice Dal Farra, mentre il collega raccoglie le bacche che ormai sono mature, «e abbiamo saputo che hanno un altissimo contenuto antiossidante. All’inizio abbiamo ordinato delle piantine di goji cinesi, poi informandoci meglio, abbiamo trovato una ditta bolognese che ci ha indirizzato su quelle tibetane il cui nome scientifico è Lycium barbarum».

I due soci hanno quindi deciso di intraprendere questa “avventura agricola”, acquistando 1000 piante del frutto e dando vita alla società “Ddss”, il tutto per un investimento che ad oggi ammonta a 30 mila euro. Le piante, munite di certificato di origine, stanno crescendo bene, «anche se servono cinque anni prima che raggiungano la massima produzione», spiega ancora Dal Farra, «che poi dura per 28-30 anni. Abituate ai climi rigidi del Tibet, da noi hanno trovato un clima favorevole perché già ora stanno dando un raccolto molto abbondante. L’unico problema», evidenzia il coltivatore, «è che di queste bacche sono molto ghiotti gli insetti e gli uccelli e quindi dobbiamo sempre stare molto attenti. Per questo abbiamo ricoperto le nostre coltivazioni con una rete spessa che le protegga da insetti oltre che dalla grandine».

Il Lycium barbarum è molto delicato: viene raccolto con i guanti «per evitare il contatto con l’acidità della pelle, che rischierebbe di rendere le bacche nere. Inoltre la pianta necessita di essere potata ogni settimana. È un lavoro impegnativo che porta ad alzare il costo di questi frutti che si aggira, sul mercato, sugli 85 euro al chilo per il prodotto fresco e sui 75 per quello essicato. Noi però abbiamo cercato di contenere i costi».

La produzione si concentra da agosto fino a novembre e il suo utilizzo va dalla marmellata alla grappa, da pietanze salate a quelle dolci, fino al gelato e all’assunzione del frutto fresco oppure essicato. Le quantità da assumere però devono essere contenute: si parla di 25 grammi al giorno, proprio per la loro concentrazione di antiossidanti. Anche le foglie vengono utilizzate per infusi.

Pian piano la voce che a Faverga c’era questa coltivazione particolare si è sparsa, tanto che ora in molti vanno ad acquistare il frutto direttamente dai giovani produttori. L’idea è arrivata all’orecchio anche dell’associazione diabetici, «con cui abbiamo stretto una convenzione per cui a loro pratichiamo degli sconti nell’acquisto, visto che le bacche hanno delle sostanze che contribuiscono a tenere basso il livello di glicemia nel sangue».

Intanto, le idee della Ddss crescono: l’intenzione è quella di partire entro il prossimo anno con una struttura per la lavorazione e l’essicazione delle bacche, mentre è iniziata la coltivazione di altri frutti più “normali” quali ribes, mirtilli, lamponi. «Vogliamo però continuare a seguire questo filone asiatico», dice Dal Farra, «e presto partiremo a coltivare mirtilli siberiani e semi di chia, prodotti “benefici”: vogliamo fare qualcosa di utile per la salute delle persone».

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