A Mel e Trichiana aumentano le rette in casa di riposo
di Alessia Forzin
MEL – TRICHIANA
Nuovi aumenti delle rette nelle case di riposo di Mel e Trichiana. I sindaci Stefano Cesa e Giorgio Cavallet si sono visti costretti, anche quest'anno, a ritoccare al rialzo le tariffe. Gli aumenti sono contenuti, circa un euro al giorno, perché la scelta delle amministrazioni è stata quella di rimanere sotto gli indici Istat, per non pesare in maniera eccessiva sui bilanci delle famiglie già costrette a grandi sacrifici dalle manovre salva Italia e dagli aumenti che hanno colpito un po' tutti i settori del vivere quotidiano. «Se avessimo mantenuto le tariffe del 2011 avremmo chiuso l'esercizio con uno sbilancio di 50 mila euro», spiega Cavallet. «Il solo aumento di un punto percentuale dell'Iva costa alla Villanova servizi circa 30 mila euro l'anno. Questo ritocco ci permetterà di chiudere in pareggio».
Il 2012 sarà inoltre un anno chiave per le strutture che offrono assistenza agli anziani, e che a Mel e Trichiana sono gestite da società comunali (la Ge.Mel e la Villanova servizi). Da un paio d'anni le due amministrazioni collaborano con quella di Sedico per trovare una forma di gestione che consenta una razionalizzazione dei costi ma allo stesso tempo un servizio di qualità, e nei prossimi mesi si dovranno prendere decisioni importanti. Sarà fondamentale, prima di tutto, fare chiarezza nel complesso quadro normativo attuale, che costringe gli amministratori a muoversi «a tentoni», per dirla con Cavallet.
«Ancora oggi non sappiamo che fine faranno le società», spiega il sindaco di Trichiana. «La normativa non è chiara, e fare delle previsioni per quest'anno è molto difficile». Per cercare di districare l'intricata matassa, si attende lo studio che i tre Comuni hanno commissionato, attraverso il Bim, a una società specializzata dell'Emilia Romagna: «Speriamo che questo studio ci consenta di superare l'empasse normativo che stiamo vivendo», afferma il primo cittadino di Mel Stefano Cesa, che analizza i punti oscuri della questione. «Il governo continua a parlare di liberalizzazioni, e oltre a questo non esiste ancora una definizione chiara di quali siano i servizi a rilevanza economica e quali non lo siano». Per i sindaci le società che gestiscono una casa di riposo non fanno lucro, quindi il servizio erogato rientra nella seconda categoria, e non ci sarebbe necessità di un ingresso dei privati nella gestione, che spaventa perché comporterebbe, temono i sindaci, un minor controllo da parte del pubblico. L'incertezza regna sovrana, e l'obiettivo nei prossimi mesi è quello di fare chiarezza. Solo allora si potrà capire come muoversi per continuare ad offrire agli anziani un servizio di qualità ma con costi contenuti e sostenibili dai Comuni.
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