A Ospitale c’è l’orso Cesare e il lupo sbrana 11 pecore
BELLUNO. L’orso non vuole proprio lasciare la scena al lupo. E mentre quest’ultimo - dopo una nuova strage di 11 pecore e agnelli - si lascia fotografare dalle trappole video a Spert (vedi www.corrierealpi.it), in Alpago, nei pascoli vicino al cimitero, oltre che al Passo Campolongo, in Comune di Livinallongo, ecco “Cesare” presentarsi di notte sul bosco alle spalle di Ospitale. Anzi, tra Longarone e Ospitale.
Cesare è il nome della guardia provinciale che ne ha seguito le tracce per settimane e, verificato che queste si rinfrescavano di volta in volta, ha deciso di collocare una fototrappola. Eccolo, dunque, il plantigrado che prende il nome di colui che ne ha catturato l’immagine. «È un orso di cui sappiamo ancora poco», afferma Pierluigi Svaluto, sindaco di Perarolo, e incaricato caccia della Provincia, «ma di cui molto conosceremo in tempi rapidi per i riferimenti che la lasciato. Non sappiamo se è lo stesso intercettato l’anno scorso lungo il medesimo tragitto. Forse è un carnivoro mobile, non stanziale, perché non abbiamo ancora testimonianza di qualche particolare razzia».
L’orso dell’anno scorso era stato battezzato Mirco, dal nome del forestale che lo aveva intercettato con la fototrappola. Mirko stava frequentando la zona ai piedi dell’Antelao, nel cuore del Cadore, e ogni tanto sconfinava nello Zoldano. La presenza del nuovo carnivoro certifica, in ogni caso, che le terre alte della provincia sono un sito privilegiato di biodiversità. «Biodiversità che manterremo e che valorizzeremo ulteriormente», tiene ad aggiungere Svaluto. «Se qualcuno lamenterà dei danni, è giusto che questi vengano risarciti. E la Provincia sosterrà la loro causa».
Lo stesso vale per il lupo. Ma è meglio non parlare di biodiversità ad Alessandro Fulin, il vicepresidente della Cooperativa delle pecore alpagote. Questi ha un gregge di oltre 400 ovini, distribuiti in gruppi diversi. Ieri, visitandone uno, ha scoperto che ben 11 tra pecore e agnelli erano stati azzannati. Precisamente nell’allevamento in Val Turcana. Polizia provinciale e servizi sanitari, immediatamente sul posto, si sono limitati a parlare di un “grosso canide”. Ma Fullin e gli altri allevatori dell’Alpago non hanno dubbi che sia stato proprio il lupo. L’animale, infatti, è stato fotografato con la solita trappola, nei pressi del pascolo dove notti fa aveva attaccato 5 pecore. Si è presentato dopo 48 ore. Ed è stato filmato. «Pochi dubbi sulla sua natura», afferma Paolo Casagrande, presidente del sindacato degli allevatori, Anpa. Il video è già stato recapitato all’assessore regionale all’agricoltura Pan. «I nostri allevatori sono preoccupati, perché di notte non possono lasciare all’aperto greggi e mandrie, come sarebbe opportuno in questa stagione», continua Casagrande. «Questo supplemento di lavoro è pesante, ma sempre meno di una razzia di animali».
«Il fatto è», aggiunge Casagrande, «che il risarcimento, quando avviene, matura al rallentatore e gli stessi allevatori stanno perdendo la pazienza».
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