«A pesare sulla giustizia è la scarsità del personale»
VENEZIA. Non c’è solo la prescrizione tra i mali che affliggono la giustizia veneta. Perché se è vero che quasi un processo su due (45%) finisce per essere spazzato via per il troppo tempo trascorso - «Una situazione inaccettabile» l’ha definita il neo procuratore generale Antonio Mura – a pesare sull’andamento della macchina della giustizia c’è pure la scarsità del personale. Magistrati, certo, ma soprattutto personale amministrativo. Nel distretto di Venezia, che comprende le sette province venete, mancano 240 dipendenti, ovvero il 23,1% in meno rispetto all’organico di 1.037. Nella sola Corte d’Appello è vacante il 28,6% dei posti, al tribunale di Venezia si registra un -25,6%. A lanciare il grido d’allarme al Ministero della Giustizia e al Consiglio superiore della magistratura è stata ieri a Venezia la presidente della Corte d’Appello Ines Maria Luisa Marini nel corso della sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario. Una mancanza, ha detto la presidente, «tale da incidere gravemente sulla funzionalità degli uffici che sono ormai costretti a calibrare la loro produttività alle capacità ricettive delle rispettive cancellerie».
La prescrizione. «È la distruzione del lavoro e dei costi che sono stati sostenuti per celebrare i processi. È una sconfitta per la giustizia perché crea un diffuso senso di impunità che alimenta la violazione delle regole», ha chiarito la presidente. La soluzione per invertire il ciclo della “non giustizia”? «Più filiera e produzione rapportata a quanto il sistema è in grado di definire utilmente», la ricetta di Marini.
I reati “spia”. L’allerta delle Procure è massima in relazione a quelli che vengono definiti reati “spia” di fenomeni criminosi che indichino la presenza della criminalità organizzata nel territorio. Il procuratore generale Antonio Mura ha ricordato il protocollo tra gli uffici «per scongiurare ab origine il rischio di infiltrazioni che, se non tempestivamente percepite e contrastate, possono inquinare un tessuto sociale ed economico sostanzialmente sano come quello della regione». Tra i reati più frequentemente giudicati ci sono rapine, stupefacenti, reati fiscali e attinenti alla sfera sessuale. In aumento lo stalking. Il tribunale civile di Venezia deve fare i conti anche con le cause sui migranti e le banche.
Le note positive. L’arretrato si sta smaltendo (ed è prevista un’impennata quando cesserà l’onda lunga dei ricorsi dei migranti), la durata dei giudizi, pur ancora troppo lunga, è in diminuzione, le sentenze in appello vengono confermate per il 74% in penale e per il 67% in civile. (ru.b.)
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