A Pieve arrivano gli ispettori regionali
di Paola Dall’Anese
BELLUNO
L’assessore Coletto aveva annunciato l’istituzione di una commissione d’indagine sul caso del primario direttore del centro di procreazione medico assistita di Pieve di Cadore e l’altro ieri, puntuali, sono arrivati nella struttura cadorina i tre “ispettori”. Hanno parlato col direttore medico, Raffaele Zanella, e con i collaboratori del primario e hanno acquisito documentazione necessaria per verificare come venivano gestite le liste d’attesa del centro di Pma.
Le testimonianze e i documenti prelevati dovranno servire a costituire il materiale necessario per fare «luce sul meccanismo con cui venivano gestite le liste e verificare, nel sistema, dove fosse la falla che ha portato agli esiti ben noti dell’inchiesta “Liste disattese”», spiega il direttore generale dell’Usl n. 1, Antonio Compostella.
Incaricati di questo delicato compito sono tre funzionari della segreteria generale di sanità del Veneto, membri cioè dell’équipe del segretario Domenico Mantoan. Professionisti esperti nei controlli dell’appropriatezza delle prestazioni e nelle liste d’attesa. «E’ importante fare chiarezza su questo aspetto», prosegue Compostella.
La visita al nosocomio di Pieve è stata accolta «con serenità dal personale», precisa il direttore medico Zanella. «I tre membri del gruppo di lavoro regionale hanno potuto verificare i percorsi attuati per questa attività».
E parlando di liste d’attesa il direttore medico ci tiene a precisare che «ad oggi, a quanto mi risulta, nessuno di quelli in lista si è tolto, malgrado l’impatto sull’immagine dell’ospedale derivato dalla notizia dei giorni scorsi, è evidente che la gente si fida della struttura pubblica».
Intanto, la Guardia di finanza ha cominciato ad avere contatti con persone, tutte bellunesi, cadute nella rete e che sono intenzionate a raccontare la loro storia. Le Fiamme gialle dopo le festività inizieranno ad analizzare la documentazione acquisita, a cominciare dalle intercettazioni dalle quali poi si dovranno individuare e sentire le persone con cui interloquiva il primario Cetera. Così come resta da verificare anche la persona a cui il primario avrebbe detto la frase emblematica, «il potere è nelle liste».
Nel contempo, l’Usl ha attivato l’ufficio per i procedimenti disciplinari che dovrà valutare la gravità di quanto contestato al primario e «nel giro di poche settimane, se emergerà che il professionista ha approfittato del suo ruolo, si giungerà alla sospensione definitiva», conclude Compostella.
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