A Ponte nelle Alpi, i volontari salvano oltre 700 rospi e rane dalle auto in corsa

Flora Rossi del gruppo Sos Anfibi: «L’anno scorso ne abbiamo recuperati 6.800, speriamo di aumentare»

PONTE NELLE ALPI. Oltre 700 tra rospi e rane temporarie sono stati messi in salvo due notti fa dal gruppo di volontari che opera nella zona di Punta Trifina sul lago di Santa Croce lungo la Statale 51 di Alemagna. In questo periodo di riproduzione sono, infatti, migliaia questi animaletti, molto importanti per l’ecosistema, che rischiano di venire “spiaccicati” dalle auto in corsa mentre attraversano la strada scendendo tra boschi e prati dalle pendici del Nevegal. Un rischio che coinvolge anche i mezzi, soprattutto le moto, per via dell’asfalto reso viscido dalle centinaia di corpi di anfibi schiacciati che, soprattutto nelle sere di pioggia, costellano il manto stradale. Nella trasferta riproduttiva dalla montagna al lago il maschio sale a incastrarsi con le zampe sul dorso della femmina che lo trasporta fino al lago dove avviene la fecondazione delle uova.

Quasi un record per una sola uscita, per un’attività che ogni anno (questo è il quarto) raddoppia il numero di animali raccolti nei secchi e messi al sicuro nell’acqua del lago. Ad agire due notti fa sono state cinque volontarie del gruppo bellunese che fa riferimento a Sos Anfibi di Treviso (quattro di loro appartenenti alla Lav) che da diversi anni applica queste forme di salvataggio, cercando inoltre di sensibilizzare le amministrazioni e i sindaci sull’importanza di intervenire con provvedimenti e interventi specifici, come avviene già da molto tempo in Europa anche con monitoraggi e studi che danno anche possibilità di occupazione ai giovani. «Si tratta di interventi poco costosi, come piccoli sottopassi o paratie che deviino rospi e rane dalle traiettorie più pericolose», spiega Flora Rossi del gruppo Salva anfibi di Belluno che conta una quindicina di volontari e il contributo scientifico di Giuseppe “Bepi” Tormen fondatore dell’iniziativa. «Abbiamo corso come leprotti dalle 19 fino alle 23, anche se di solito concludiamo l’uscita verso le 20.30. La scorsa stagione ne abbiamo salvato 6.800 e visto l’exploit dell’altra notte contiamo di tirare le somme verso fine aprile mantenendo e forse superando l’incremento multiplo di questi anni».

«Questi animali», prosegue Rossi, «sono soggetti a pregiudizi che non rendono giustizia all’importanza del loro ruolo nell’equilibrio dell’ambiente, sia perché sono spie del suo stato di inquinamento sia per il fatto che si nutrono di insetti come mosche, zanzare e tafani, contenendo così il loro numero a beneficio degli umani». Ma ci sono anche cittadini che spontaneamente si offrono per salvarli dalla strage. A Faè, per esempio, il padre di due ragazzi si è messo in contatto con il gruppo per capire come fare a dare il proprio contributo evitando la mattanza che avviene sulla provinciale per Longarone, agendo in anticipo su strade secondarie meno trafficate e pericolose per i volontari all’opera. «Una cosa che ci ha fatto molto piacere», aggiunge Rossi, «e che ci ha fatto capire che molto spesso i cittadini sono più sensibili di chi li rappresenta nelle istituzioni».

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