A Quero-Vas e Alano fiducia sulla fusione «È un’opportunità»

I sindaci Zanolla e Bogana continuano il percorso per arrivare a unificare i due Comuni del Basso Feltrino
ALANO DI PIAVE. La notizia della recente vittoria del no al referendum sottoposto i cittadini di Canale d’Agordo e Falcade sulla possibile fusione tra i due enti amministrativi si è sparsa velocemente, tanto da arrivare ai comuni di Quero Vas e Alano di Piave, a loro volta interessati alla fusione. Un risultato che con sé ha portato dubbi e insicurezze e che non ha fatto altro che alimentare domande su questo argomento. In particolar modo c’è chi si chiede: “Se due comunità così piccole come Canale e Falcade hanno scelto di non unirsi, che speranza potrebbero avere quelle di Quero Vas e Alano?” E soprattutto visto il risultato negativo: “Quale tipo di futuro potrebbe garantire una possibile fusione?


A fare chiarezza sul tema, alla luce dei risultati del referendum dei comuni di montagna ci pensano il sindaco di Quero Vas, Bruno Zanolla e quello di Alano di Piave, Serenella Bogana: «Dai risultati delle fusioni proposte in tempi recenti in Veneto», Afferma Zanolla, «ne sono state bocciate tre su quattro. Ciò non rappresenta sicuramente un bel segnale, ma ogni aspetto di questo argomento deve essere contestualizzato e capito a fondo. E poi bisogna tenere conto anche dell’affluenza: infatti succede spesso che anche chi è d’accordo in questi casi non vada a votare, non so perché. In ogni casi il referendum sulla fusione è di tipo consultivo e non abrogativo e questo è fondamentale da comprendere. Per quanto riguarda Canale d’Agordo e Falcade i risultati sull’affluenza non sono stati alti e ciò manifesta l’inversione di tendenza che di recente ha colpito il bellunese: rispetto al Veneto, dove ne sono state bocciate tante, nella nostra provincia altre erano andate a buon fine. Credo che la mancata fusione tra i comuni di Canale d’Agordo e Falcade sia dovuta alle lungaggini amministrative che ci sono state: a Falcade l’idea di fusione era nata circa tre anni fa e poi in seguito ad alcuni problemi il referendum non era più stato proposto ai cittadini del comune entro la data di scadenza prevista per l’amministrazione, cioè ad Aprile dello scorso anno. Questo è stato un fattore che a mio modo di vedere ha influito, ma va rispettata la volontà popolare, che è ciò che conta: sono i cittadini che devono avere l’ultima parola».


La fusione rimarrebbe comunque una scelta giusta: «Noi di Quero Vas e Alano la vediamo come un’opportunità, ma credo in ogni caso che la fusione sia solo l’ultima parte di un percorso che i due enti hanno iniziato già da anni, nei quali è stata messa in pratica l’aggregazione dei servizi, come ragioneria, servizi sociali, biblioteche e non solo. La fusione è la strada giusta e in primavera organizzeremo delle serate informative aperte al pubblico per spiegare il tema».


Interviene anche Bogana: «Il risultato del referendum mi ha lasciato stupita, visto che da tempo i due comuni lavoravano alla fusione», spiega il sindaco di Alano di PIave, «e ciò fa riflettere sul nostro percorso. È prevalsa la paura del cambiamento e con essa una possibile perdita di identità delle comunità. Dico in ogni caso no a scelte affrettate, perché potrebbero portare verso la direzione sbagliata e per questo vanno organizzate delle serate aperte alla popolazione. La fusione rappresenterebbe una grande opportunità per la crescita del territorio e il coronamento di un percorso di unione già intrapreso da Alano e Quero: l’ultima parola spetterà ai cittadini ma quel che è certo è che una mancata fusione sarebbe un’occasione persa. Il nuovo comune acquisterebbe una maggiore consistenza anche dal punto di vista politico».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi