A rischio chiusura la sede bellunese della polizia postale

Da riorganizzare anche la polizia ferroviaria di Calalzo I sindacati: «A Prefetto e Questore chiediamo chiarezza»
Di Valentina Voi

BELLUNO. Gli uffici della polizia postale di Belluno e quelli della polizia ferroviaria di Calalzo sono a rischio chiusura. Una decisione non ancora ufficiale ma che preoccupa non poco i sindacati di polizia. Tanto che hanno deciso di scrivere a Prefetto e Questore per chiedere chiarezza.

Le prime voci sulla riorganizzazione di alcuni uffici di polizia circolano da alcune settimane. «Il ministero dell’Interno vuole accorpare personale» spiega Fausto Fanelli, segretario regionale aggiunto del Coisp, «a causa del blocco del turn over. A livello nazionale la bozza ministeriale prevede la chiusura degli uffici di polizia postale tranne nelle città che sono sede di Corte d’Appello». In Veneto questo significa la chiusura di tutte le sedi provinciali tranne quella di Venezia.

Una situazione che si traduce, anche a Belluno, con la chiusura dell’ufficio di polizia postale. Come verranno impiegati gli agenti in servizio? «Non è chiaro» spiega Oscar Arboit, segretario provinciale del Siulp, «ed è proprio questo il punto. Vorremmo delle garanzie sulla mobilità, dato che una delle possibilità è che i lavoratori possano essere impiegati a Venezia». Oppure potrebbero essere riassorbiti all’interno della Questura bellunese. «Ma in questo caso vorremmo capire come verrà impiegato il loro bagaglio di conoscenze specialistiche».

Un problema non da poco, tanto più che ormai i cyber reati sono all’ordine del giorno. Dalle truffe telematiche al furto di identità, le frontiere aperte dalla rete al mondo della criminalità sono infinite e la polizia postale ha fatto suo il campo di indagine legato alle comunicazioni, incluse quelle digitali. I sindacati hanno firmato un documento unitario che esprime tutta la loro preoccupazione.

Ma per Belluno non è finita qui. Oltre alla polizia postale sarebbe a rischio anche il posto di polizia ferroviaria di Calalzo. Una riorganizzazione drastica. «Ho scritto una lettera a Prefetto e Questore per chiedere un incontro» continua Arboit, «io sono a favore della riorganizzazione ma bisogna capire il progetto complessivo».

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