A rischio i servizi per minori e disabili
BELLUNO. Scatta l’allarme: tutti i servizi obbligatori che l’Usl gestisce per conto dei Comuni sono a rischio, se non dovesse essere rifinanziato l’ex fondo indistinto sociale e socio-sanitario. La questione è molto grave, tanto che Jacopo Massaro, in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1, ha scritto per la seconda volta nel giro di due mesi al governatore Zaia, agli assessori veneti competenti, ai consiglieri regionali e ai funzionari del comparto, perché mettano a bilancio quei 18 milioni di euro necessari per mantenere l’ex fondo. Oggi, infatti, inizierà a Venezia la discussione sul bilancio preventivo 2015.
«Dalle informazioni che abbiamo, non sarebbe previsto neppure un euro per questi servizi essenziali», spiega Massaro. «Visto che come enti locali siamo in grandissima difficoltà economica, se questa voce dovesse saltare, non riusciremmo più a mantenere i servizi essenziali», precisa Massaro.
L’anno scorso erano stati stanziati 18 milioni di euro; 915 mila euro erano giunti all’Usl 1. Tagliare questa voce significherebbe aumentare i costi a carico degli enti locali, che sarebbero chiamati a sostenere questa spesa. Una cosa pressoché impossibile, visti i continui tagli ai bilanci. Preoccupati anche il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit e il direttore dei servizi sociali, Carlo Stecchini: «Anche solo ridurre queste risorse, significherebbe mettere in serio pericolo i servizi che come Usl svolgiamo per conto dei Comuni».
I servizi a rischio. Si tratta di tutti i servizi obbligatori che l’Usl gestisce per conto dei Comuni: da quelli che riguardano i minori (dagli inserimenti in comunità al sostegno educativo domiciliare), ai Ceod, dalla lotta alla droga alle dipendenze in genere.
I sindaci sul piede di guerra. «La questione», dice Massaro, «è che la riduzione delle risorse a disposizione dei Comuni introduce rischi di pregiudizio per la salute e il benessere delle persone fragili e dalla popolazione in generale, impedisce un efficace contrasto all’esclusione sociale, mette in discussione l’occupazione di operatori qualificati dei servizi pubblici e del privato sociale, induce la possibilità di contenziosi in sede giurisdizionale con riferimento a diritti esigibili negati. Infine, andrà a peggiorare la situazione economica degli enti locali per il ricorso a interventi riparativi obbligati», precisa il presidente della Conferenza, che prosegue sottolineando «l’assoluta necessità e urgenza di garantire, anche per il 2015, il finanziamento del fondo regionale per almeno 18 milioni di euro. Tale fondo concorre in modo determinante alla copertura dei costi dei servizi e degli interventi sociali e garantisce localmente un significativo abbattimento delle quote capitarie a carico degli enti locali».
Per Massaro «il solo mantenimento, per il 2015, del livello di finanziamento delle quote capitarie ha comportato per i Comuni una scelta di priorità che ha ridotto altri servizi essenziali (cultura, sport, turismo, interventi sociali non Lea, manutenzioni su scuole e strade). Il mancato finanziamento da parte delle Regione del fondo indistinto comporterebbe una significativa e obbligata restrizione del sistema locale di offerta e metterebbe in discussione fondamentali livelli essenziali di assistenza. Se riteniamo che i servizi sociali siano una funzione fondamentale», conclude il presidente della conferenza, «queste risorse vanno mantenute per i Comuni che stanno facendo i salti mortali per garantire gli stessi servizi di prima con meno risorse».
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