A scuola senza lo zaino la sperimentazione piace
LONGARONE. Primo bilancio positivo negli istituti comprensivi di Longarone e Zoldo per il progetto “scuola senza zaino”. Si tratta di un nuovo modo di concepire la didattica che sta coinvolgendo gli alunni di prima elementare delle due vallate.
Dopo due mesi dalla partenza del progetto, finora unico in provincia, c’è apprezzamento da parte di genitori, alunni e docenti, come spiega il dirigente scolastico dei due comprensivi, Massimo Pisello. «Dopo circa due mesi possiamo ritenerci soddisfatti di questa innovativa proposta. La filosofia di base è semplice e si basa sulla condivisione responsabile di spazi e attività e su un apprendimento autonomo e responsabile. Gli alunni vanno a scuola solo con una borsetta a tracolla che porta lo stemma del loro Comune con dentro solo il necessario, ovvero un quaderno per le comunicazioni per le famiglie, cancelleria e merenda. Il resto lo trovano in classe con le nuove aule ridisegnate ad hoc. Non c’è più la cattedra per la lezione frontale ma dei tavoli dove i bimbi si riuniscono a gruppi e vari angoli speciali nella stanza per esempio quello dedicato ad arte, scienza e informatica. I compiti sono aboliti tranne in rari casi. Ogni mattina c’è una piccola riunione in cui si pianificano insieme le attività con spirito di comunità. È insomma una visione diversa che non è quella del passato ma neanche quella del “tablet”».
«Per il momento – continua il dirigente - siamo operativi nelle prime elementari di Longarone, Zoldo e Castellavazzo e in fase sperimentale nelle materne: già a febbraio ci sarà una formazione specifica per le maestre dei più piccoli. Il percorso sarà poi graduale di anno in anno con l’estensione progressiva. Un plauso alle maestre che sono molto entusiaste e ci stanno credendo, investendo molta passione con continui aggiornamenti, e alle amministrazioni di Longarone e Val di Zoldo che hanno investito per i nuovi arredi».
«Nel Longaronese – conclude Pisello - nei giorni scorsi c’è stato un “open day” in cui i genitori sono venuti la mattina direttamente in classe a vedere e ascoltare i loro figli che spiegavano come funziona la scuola con questo metodo. Così si sono resi conto in prima persona dell’iniziativa e stanno riscontrando entusiasmo nei loro bambini che vengono più felici a scuola, perché l’obiettivo è anche quello di studiare in un ambiente felice dove stanno bene. I ragazzi più grandi di oggi sono spesso poco autonomi, poco interessati, non responsabili, individualisti e non accettano gli altri. Se quindi si parte sin dall’infanzia nel percorso formativo alla corresponsabilità e rispetto reciproco si potranno avere importanti risultati a lungo termine».
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