A Soccher un campo di canapa per produrre olio e farina

PONTE NELLE ALPI. A Soccher si coltiva la canapa! Non è una piantagione, si badi bene, di canapa indiana, marijuana, coltivata in serra, ma è un appezzamento di 800 metri quadrati nel quale è stata...

PONTE NELLE ALPI. A Soccher si coltiva la canapa! Non è una piantagione, si badi bene, di canapa indiana, marijuana, coltivata in serra, ma è un appezzamento di 800 metri quadrati nel quale è stata coltivata della Cannabis sativa a basso contenuto di Thc (la denominazione comune del delta-9-tetraidrocannabinolo: uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis).

Tranquilli! La canapa raccolta qualche giorno fa è una varietà di canapa coltivata per produrre tessuti a basso contenuto di resina. La canapa, in Italia, ma anche nel territorio pontalpino ha una tradizione secolare (il toponimo Canevoi la dice lunga). Il progetto è stato ideato da Manuela Pierobon che il 20 settembre scorso ha raccolto, con l’aiuto della famiglia, il primo quantitativo di canapa per usi alimentari. La coltivazione è stata effettuata a Soccher in un campo lavorato dal padre di Manuela, Angelo Pierobon (Roch).

«A fine luglio due forestali sono arrivati a casa con l'intento di arrestare mio papà.... ma è andato tutto bene appena hanno visto che abbiamo conservato il tagliando che è presente sul sacco dei semi che certifica che la varietà coltivata».

Ma per evitare di essere trattati come trafficanti di droga, Manuela Pierobon ha messo le mani davanti: «Ho inviato la comunicazione (entro 30 giorni dalla semina) per raccomandata alla Guardia di Finanza».

«In questo caso», prosegue la Pierobon, «la coltura è finalizzata alla raccolta di semi per la produzione di farina e di olio alimentare, molto ricercato al giorno d’oggi per le sue proprietà nutrizionali, anche se la fibra della canapa, ricavata dallo stelo della pianta, fino alla metà del secolo scorso era utilizzata per ottenere tessuto molto resistente, e quindi molto utilizzato per la produzione di vestiti».

I centri di trasformazione della fibra più vicini al Bellunese sono in Piemonte o nel basso Veneto, e questo comporta maggiori costi di trasporto per conferire il prodotto dopo la raccolta. Manuela ha eseguito manualmente tutte le fasi di lavorazione: dalla semina alla raccolta, dalla pulitura alla lavorazione del seme. Tuttavia per campi di maggiori estensioni sarebbe necessario l'utilizzo di una mietitrebbia adatta per la raccolta della pianta. (p.b.)

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