A Villa Zuppani un allevamento di bachi da seta con diversi sbocchi
SEDICO.
Bando di gestione vinto. E così i bachi da seta si spostano a Villa Zuppani. Nella nuova location, il Cantiere della Provvidenza sta portando avanti l’attività di allevamento iniziata nel 2013 ed andata via via affinandosi ogni anno. D’altronde, questo è solo il primo passo di una nuova avventura con cui si punta a rivitalizzare l’intera area, lasciata in eredità alla Provincia dalla contessa Zuppani.
Ma su cosa sta lavorando attualmente il Cantiere del Baco? Un incrocio di varie razze, in particolare quella cinese e quella giapponese, con l’intento di produrre seme – bachi. Una scelta operativa portata avanti assieme a Crea, il Centro di ricerca di Padova capofila italiano dell’attività di gelsiobachicoltura. In questo modo, l’intento è immettere sul mercato le quantità di germoplasma richieste in maniera sempre più massiccia.
«Un’ulteriore motivazione che ci spinge a crescere e con cui viene certificata la validità della nostra azione e la qualità della produzione», spiega Angelo Paganin, coordinatore del Cantiere della Provvidenza. «All’epoca cercavamo un ambito nel quale puntare soprattutto nell’ottica del rispetto ambientale. Cosa dunque meglio del baco da seta, al pari delle api ottimo rivelatore della qualità ambientale? In quei periodi tra l’altro si richiedeva con forza una seta pura, non più garantita dalla produzione massiccia dell’Estremo Oriente».
L’idea inoltre era far rinascere la via della seta in Italia, fino agli anni 60 tra le maggiori economie del nostro paese. E tutto ciò resta ancora oggi inevitabilmente legato ad un possibile sviluppo economico positivo per il territorio bellunese e non solo. «Assolutamente», precisa Paganin. «Creare occupazione fa parte degli obiettivi dell’allevamento dei bachi da seta. Come nella vendemmia, abbiamo un momento molto intenso di attività. Parliamo di cinque, sei settimane dedicate in particolare proprio ai bachi, ma poi indispensabile è tutta la cura del gelseto da portare avanti nel tempo».
Dallo scorso anno, il ramo Verde del Cantiere della Provvidenza è entrato a far parte di Serinnovation, un progetto finanziato con il Piano di Sviluppo Rurale dedicato alla cooperazione. Così si punta a rilanciare la produzione serica tradizionale interamente Made in Italy, attraverso progetti innovativi che coinvolgono non solo il settore tessile, ma anche quello farmaceutico, agro – alimentare, cosmetico ed orafo. L’aspetto meno noto riguarda proprio il prodotto finale. La ricerca infatti si sta indirizzando verso altri ambiti, in aggiunta al “classico” tessile.
Le proteine presenti all’interno del bozzolo, nello specifico sericina e fiobrina, vengono infatti utilizzate nel settore biomedicale, mentre alcuni sottoprodotti della filiera serica stanno conoscendo una rivalutazione in campo cosmetico ed alimentare. Il tutto sempre nel pieno rispetto dell’innovazione scientifica e della tutela ambientale. «Un vantaggio per chi alleva i bachi da seta», conclude Paganin. «In questo modo, gli allevatori sanno di non dipendere da un solo acquirente ma possono diversificare la vendita tra più soggetti portatori di interesse». —
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