«Abbattere le liste di attesa offrendo servizi di qualità»

Il nuovo direttore generale dell’Usl 1 Rasi Caldogno elenca i suoi obiettivi «Dobbiamo anche stimolare corretti stili di vita, per avere una vita migliore»
Di Paola Dall’anese
Presentzione del nuovo direttore ULSS 1 e commissario per l'ULSS 2, Adriano Rasi Caldogno
Presentzione del nuovo direttore ULSS 1 e commissario per l'ULSS 2, Adriano Rasi Caldogno

BELLUNO. Riduzione delle liste di attesa, medicina di gruppo, prevenzione e valorizzazione delle professionalità e delle eccellenze bellunesi. Sono i punti cardine della “mission” del nuovo direttore generale dell’Usl 1 e commissario dell’Usl 2, Adriano Rasi Caldogno, chiamato a traghettare le due aziende sanitarie provinciali verso l’annunciata unificazione.

Nella prima uscita pubblica, dopo la nomina da parte del governatore Luca Zaia il 30 dicembre scorso, Rasi ha evidenziato i suoi obiettivi, facendo presente che «della realtà dell’Usl 1 ancora conosco poco. Dovrò ascoltare le persone e studiare i dossier nelle prossime settimane».

Serve tempo anche per fare i nomi dei collaboratori che lo aiuteranno in questo suo percorso lungo tre anni (più due): «È prematuro dire da chi sarà formata la mia squadra, lasciatemi un po’ di tempo per guardarmi intorno. L’esperienza insegna che è meglio muoversi con prudenza».

Un mandato che per certi aspetti, come ha tenuto a precisare il direttore generale, si pone in continuità con il suo predecessore Faronato «che ha fatto una buona gestione», ma che va al di là, dovendo far funzionare la sanità a livello provinciale come una cosa sola. «In verità non mi preoccupo del mio ruolo di direttore generale per Belluno nè di commissario per Feltre: il mio scopo è quello di proseguire nel percorso di garantire una sanità di eccellenza, mettendo al centro la persona, le professionalità, con un occhio di attenzione per le risorse economiche». E proprio sul fronte economico, Rasi Caldogno, dopo l’allarme lanciato dall’ex dg Faronato nella relazione del bilancio economico preventivo 2016 dove paventa una perdita di 18 milioni di euro se dalla Regione non dovessero arrivare altri trasferimenti, il nuovo direttore precisa, sorridendo, che «i soldi li ho già chiesti al governatore», promettendo di «abbassare le perdite di bilancio giorno dopo giorno».

Le priorità. Tra gli obiettivi principali del nuovo direttore generale c’è l’attenzione ai tempi di attesa e all’erogazione delle prestazioni. «Tutte e due le Usl hanno performance lusinghiere: Feltre è la prima in Veneto, mentre Belluno tiene una buona posizione. La questione è riuscire a mantenere queste performance rispetto alle richieste sempre maggiori degli utenti. Anche nei tre ospedali dell’Usl 1 e nei punti di pronto intervento di Auronzo e Cortina so che i codici bianchi attendono meno di quattro ore, ma tutto è migliorabile tramite una instancabile ottimizzazione organizzativa».

Ci sono poi il territorio, l’avvio delle medicine di gruppo e la prevenzione. «Dobbiamo stimolare corretti stili di vita, per una vita migliore e un benessere generale anche in età avanzata, visto l’aumento dell’età media. È un punto su cui ci siamo molto impegnati anche nell’Usl 2».

Gli ospedali. Quando gli viene chiesto quale sarà il futuro degli ospedali di Agordo, Pieve e Belluno, Rasi Caldogno non si scompone: «Ci sono le schede regionali da attuare non c’è nulla da inventare», ha detto, ricordando che «in primavera sarà attivato il gruppo materno-infantile di Belluno e presto sarà inaugurato il Pronto soccorso di Pieve di Cadore. La questione Codivilla a Cortina? So che si tratta di una vicenda complessa, mi riservo di vedere le carte».

L’unificazione delle due Usl. «Non spetta a me questo compito, ma ai consiglieri regionali. Molte sono le sinergie possibili, anche con strutture extra provinciali come lo Iov di Padova: l’obiettivo è sviluppare un modello di rete sempre più forte». Per quanto riguarda Feltre, Rasi Caldogno annuncia l’arrivo dell’agibilità per l’accesso sud dell’ospedale - con la nuova sala riunioni - e della variante per la piastra chirurgica, per cui ora si attende l’ok dalla Regione.

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