«Abbiamo bisogno di servizi 24 ore su 24»

Il sindaco scrive una lettera di protesta al governatore Zaia: «Il progetto di smantellamento continua»
Incontro conclusivo dei comitati per la salute
Incontro conclusivo dei comitati per la salute

PIEVE DI CADORE. La chiusura notturna del punto nascite dell'ospedale di Pieve ha scatenato la reazione del sindaco Maria Antonia Ciotti, sempre in prima linea quando c'è da difendere la sanità di montagna. Il primo cittadino di Pieve si è subito attivato, richiamando a gran voce l'intervento del governatore Luca Zaia al quale ha inviato una lettera di protesta dai toni piuttosto accesi: «Il fatto è di una gravità immensa, perché si continuano a togliere servizi essenziali alla montagna», si legge nella nota che si conclude con una esortazione: «Presidente, ci ridia la dignità dei veri ospedali, non siamo cittadini di serie C. Abbiamo bisogno di una sanità h24, altrimenti lasci che i nostri paesi aderiscano alle regioni limitrofe come Friuli e Trentino dove la montagna è riconosciuta e tutelata a dovere».

Dalla lettera alle parole, il passo è molto breve: «Ci continuano a dire che gli ospedali di montagna non chiuderanno, ma se poi ne limitano i servizi è chiaro che il progetto di smantellamento continua a penderci sulla testa come una spada di Damocle», tuona la Ciotti, «abbiamo bisogno di servizi h24, non solo nel punto nascite, ma anche nel reparto di Chirurgia, altrimenti la gente scappa».

Il sindaco di Pieve rinnova l'invito a intervenire al Governatore Zaia precisando: «La colpa non è certo del presidente, ma di quelle figure dirigenziali, mosse dalla politica, che non stanno dimostrando di volere bene alle popolazioni di montagna. Le difficoltà di Pieve non sono le sole, penso anche ad Agordo».

A proposito dell'ospedale di Pieve, la Ciotti aggiunge: «Attualmente abbiamo sei posti letto nel nostro punto nascite, un numero che basta per le nostro esigenze. Abbiamo però bisogno di poter assicurare la loro piena funzionalità, anche in virtù dei lavori milionari a cui l'ospedale è stato sottoposto nel corso degli anni. Nel nostro ospedale da un po' di tempo non si fanno più nemmeno alcuni esami importanti come le amniocentesi, i test combinati e le morfologiche. Una donna cadorina per fare questi esami deve andare a Belluno e questo è un altro aspetto grave. Non siamo più in grado di assicurare neanche alcuni servizi ambulatoriali, è una vergogna".(dierre)

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