«Abbiamo mosso le coscienze»
AURONZO. Ancora riscontri alla catena umana di domenica intorno alle Tre Cime di Lavaredo per i diritti umani. «Crediamo che rifugiati e migranti abbiano diritto di cercare protezione e salvezza attraverso canali legali e sicuri, senza dover rischiare la vita», è stato l’appello dei partecipanti, che viene rilanciato da Piergiorgio Da Rold, coordinatore di Insieme si può, che organizzato l’evento promosso da Amnesty.
«La soddisfazione è grande, muovere le coscienze è importante, muovere le persone è fondamentale e molto più difficile. Lo sforzo è esponenzialmente più grande, ma un risultato così lo pareggia in termini di soddisfazione», sottolinea Da Rold. «Soprattutto perché da domenica ci sono migliaia di persone che si portano dentro un pensiero, un desiderio, un messaggio. E non potrà che germogliare. Le nostre mani, strette come quelle di un genitore a un figlio, hanno accolto chi fino ad oggi ha conosciuto mani violente, che imbracciano armi, che si colmano di egoistica ricchezza».
Amnesty International e Insieme si può hanno proposto azioni concrete in dieci paesi nei quali sono in corso campagne per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani e progetti di sviluppo: Siria, Messico, Nigeria, Eritrea, Somalia, Afghanistan, Repubblica Popolare Cinese, Brasile, Costa d’Avorio e Uganda. Le firme raccolte saranno inviate al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e all’Alto Rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, chiedendo di impegnarsi per garantire tutti i diritti umani di donne, uomini e bambini in tutto il mondo.
«Servono fatti per porre fine alla crisi globale dei rifugiati, percorsi sicuri e legali per chi è in fuga da guerre e persecuzioni», ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. «Dalle Tre Cime di Lavaredo con migliaia di persone abbiamo chiesto giustizia, libertà e pace, le tre “cime” dell’impegno quotidiano di Amnesty International. Un grande abbraccio ai diritti umani, caldo e solidale come quelli che in questi giorni migliaia di persone stanno dedicando ai richiedenti asilo in cerca di protezione in Europa».
Per Bill Shipsey, presidente e fondatore di Art for Amnesty, la catena umana di domenica «è stato uno degli eventi più ispiratori e il più piacevole al quale ho avuto il piacere di lavorare negli ultimi tredici anni. Un evento degno di nota per la dedizione e l’impegno dei partecipanti, che hanno viaggiato per ore per essere lì e camminato per diversi chilometri per formare la catena». (f.d.m.)
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