«Abbiamo raggiunto il limite»

Situazione critica per i benzinai. Gli unici a resistere sono gli impianti “ghost”

BELLUNO. «Qui siamo al limite della sopravvivenza. Se non ci sarà una ristrutturazione dell'intero sistema degli impianti di carburante (si parla di 7000 impianti da chiudere in Italia), in pochi ce la faranno a resistere».

Sono pessimistiche le previsioni che fa Carlo Buratto, presidente del sindacato dei benzinai di Confcommercio Belluno. «Ormai qui non si vende più, i margini di guadagno sono stati ridotti e stiamo andando a rotoli e la situazione peggiora di mese in mese», dice Buratto. «Oggi, infatti, ad andare per la maggiore sono gli impianti di rifornimento cosiddetti “ghost” cioè quelli dove non ci sono dipendenti, ma una persona pagata dalle compagnie petrolifere dai 400 ai 600 euro al mese controlla ogni tanto l'impianto. Così si abbattono i costi di personale».

In provincia, di questo tipo di pompe ce ne sono diverse ormai: una a Feltre, una a Belluno a Baldenich, e ne stanno preparando una a Longarone e un’altra ad Agordo. E intanto molti impianti stanno chiudendo. «Negli anni Settanta, in provincia c'erano 240 impianti, mentre ora sono rimasti meno di 100. E qualcuno è già in chiusura temporanea: a Sappada l'impianto è chiuso perché non si trova un nuovo gestore e si sta pensando di trasformarlo in ghost, anche quello davanti allo stadio a Belluno è già chiuso e si deve decidere se riaprirlo o meno, e lo stesso succede a Fener. Anche in via Marisiga uno ha chiuso. Insomma c'è un continuo movimento», precisa Buratto.

«Il problema è che le vendite sono in costante calo, le persone sono attente a dove costa di meno il carburante e sono disposte a fare anche diversi chilometri per andare alla pompa a minor prezzo, anche se poi a conti fatti non conviene. E i gestori si trovano con un guadagno di 20 mila euro all'anno lordo su cui poi devono pagare le tasse, mentre nei centri più piccoli il reddito cala anche a 12 mila euro lordi». E così i benzinai stanno pensando di mettere in atto delle manifestazioni di protesta. «Ma tutto dipenderà da come andranno le trattative a Roma». (p.d.a.)

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