Abeti rossi colpiti dal coleottero bostrico il comune chiede aiuto
Val di Zoldo. Circa 1.400 metri cubi di legno danneggiato Il consigliere Brustolon: «Avepa intervenga con contributi»
VAL DI ZOLDO. Non solo i danni causati dalle intense nevicate dell’inverno 2013-2014. Alcune aree boschive della Val di Zoldo sono colpite anche dal tanto temuto coleottero bostrico. Una problematica di non poco conto, che ha spinto il Comune a fare segnalazione all’autorità forestale e a inoltrare una domanda di contributo all’Avepa. È infatti urgente avviare dei lavori, il cui importo si attesta su circa 78 mila euro – finanziabili al 90% dal Psr Veneto – per sgomberare la biomassa danneggiata e contenere la diffusione dei parassiti.
«In località Val de Col Mandre e Ronch de la Cavala, su proprietà boschive gestite dal Comune per conto delle frazioni di Dont, Foppa, Villa, Sottorogno, Cercenà e Pradel, i danni si sono concentrati principalmente all’interno di due aree di 1,2 e 0,8 ettari, ricadenti nelle particelle forestali A041/0 e A040/0 del Piano di riassetto forestale del Comune di Forno di Zoldo 2009-2022», spiega Roberto Brustolon, consigliere comunale che ha seguito tutta la vicenda. «In queste aree, ai danni da neve del 2014 sono succeduti ripetuti attacchi di bostrico dell’abete rosso, che hanno provocato il disseccamento di ulteriori piante che, rese instabili e vulnerabili, sono stati successivamente colpite da xilofagi (organismi che si nutrono prevalentemente di legno, ndr) secondari, sradicati o stroncati dal vento e/o coinvolti nel rovesciamento degli alberi vicini».
Il tutto ha comportato la completa distruzione del bosco maturo all’interno delle due aree, «che attualmente si presentano come un vasto affastellamento, a tratti impenetrabile, di abeti e larici schiantati e di piante irrimediabilmente compromesse, ma ancora in piedi sotto forma di fusti secchi, stroncati e pericolanti», mette in risalto Brustolon.
Il volume di legno danneggiato è notevole: quasi 1.400 metri cubi lordi. «Questo favorisce l’ulteriore progressione degli attacchi parassitari e l’espansione delle aree danneggiate, specialmente nel corso di stagioni estive calde e umide come quelle degli ultimi anni», continua Brustolon. La segnalazione da parte del Comune all’Area tutela sviluppo del Territorio - Direzione operativa - Unità organizzativa forestale Est sede di Belluno è datata 18 settembre. La risposta è arrivata qualche giorno dopo, il 21. E l’autorità forestale ha sottolineato la necessità di intervenire nelle due aree al fine di sgomberare la biomassa danneggiata e frenare la diffusione dei parassiti.
«Data l’estensione delle aree, l’esposizione nord-ovest del versante e le caratteristiche del terreno, si ritiene che il rinnovamento naturale dell’abete rosso sarà già nel prossimo decennio in grado di tamponare le due lacune», precisa Brustolon. «Non si prevede quindi il ricorso alla piantumazione artificiale». Gli interventi di rimozione delle piante danneggiate saranno impegnativi e richiederanno il ricorso alla gru a cavo. La biomassa sarà poi trasportata con l’autocarro o con un trattore con rimorchio da Sottorogno fino ai piazzali di Dont. «La biomassa legnosa non ha alcun valore di mercato», conclude il consigliere, «e trattandosi di un intervento boschivo a valore di macchiatico nettamente negativo, in quanto i costi superano di gran lunga il valore del legname esboscato, le opere hanno i requisiti utili per essere finanziate nell’ambito della misura 8.4.1 “Risanamento e ripristino foreste danneggiate da calamità naturali, fitopatie, infestazioni parassitarie e eventi climatici” del Psr Veneto 2014-2020. Per questo, come Comune, abbiamo inoltrato domanda di contributo all’Avepa».
Martina Reolon
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