Abiti usati, la raccolta fa passi da gigante

Pieve. Tra il programma “Armadio dell’usato” e i contenitori Caritas toccati nel 2016 oltre 28mila kg

PIEVE DI CADORE. Dal 2000, nelle sale del centro Oasi di Pieve, è attivo il programma “Armadio dell’usato” per la raccolta e la distribuzione di capi di abbigliamento. Alcuni operatori della Caritas prestano il loro servizio ogni mercoledì dalle 15 alle 17 e si occupano di selezionare, riordinare e distribuire i vestiti e la biancheria raccolti nelle varie parrocchie. Anche questa opera contribuisce a dare parziali risposte a bisogni reali, ma soprattutto a porre attenzione alle difficoltà della gente. Non è una risposta da poco alle esigenze delle famiglie e delle persone più povere che necessitano di aiuto immediato.

In aggiunta, ogni anno dai contenitori gialli posizionati nel Comune di Pieve dalla Caritas diocesana vengono raccolti oltre 25.000 kg di abiti usati che, dopo essere riciclati, sono distribuiti nei vari “Armadi dell’usato”. E il materiale raccolto sta aumentando mediamente del 15-20% ogni anno. Nel 2015, l’ultimo dato ufficiale parlava di 24.500 kg, mentre a fine 2016 si era arrivati a 28.250. A questa ingente quantità di abiti vanno aggiunti appunto anche quelli gestiti a livello di “Armadio dell’usato” all’Oasi, dove alcune volontarie consegnano direttamente a chi ne ha bisogno articoli di abbigliamento, sempre gratuitamente e sempre dopo averne controllato lo stato di conservazione. Probabilmente le notizie relative ai rifugiati ed ai profughi che campeggiano sui mezzi di comunicazione hanno spinto molti cittadini a regalare gli abiti che non utilizzano più. Tra l’altro, un appello in questo senso è stato fatto anche dall’arcidiacono del Cadore, monsignor Diego Soravia, che al termine delle funzioni che si tengono al santuario del Cristo di Valcalda ha invitato i fedeli a scegliere qualche abito per offrirlo a chi ne è privo. A Pieve, attualmente ì cassonetti posizionati sono cinque: tre vicino ai tennis e due a Tai. (v.d.)

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