Abusi sessuali dei preti, il vescovo di Belluno lancia la sfida
BELLUNO
La Diocesi di Belluno Feltre costituirà un “organismo” per raccogliere la denuncia di abusi sessuali da parte dei preti, specie nei confronti dei minori. Lo ha annunciato il vescovo Renato Marangoni in una lunga lettera inviata a tutti i suoi sacerdoti e resa pubblica dal sito diocesano, curato da don Davide Fiocco, incaricato della Pastorale della cultura e della comunicazione ed uno dei più stretti collaboratori di “don Renato”, come lui stesso lo chiama.
«Valuteremo, poi, nel Consiglio presbiterale che prossimamente costituiremo, – scrive Marangoni, a conclusione delle sue riflessioni che sono uno scossone alla tranquilla realtà della Chiesa bellunese e feltrina – l’opportunità di dare vita a un organismo che possa porsi in ascolto di quanti, sulla questione degli abusi, hanno il diritto di esprimere la loro voce. È un passo ulteriore che come Chiesa siamo invitati a compiere, unitamente ad un’azione di formazione e di prevenzione che aiuti a vivere positivamente l’affettività nell’articolarsi complesso delle relazioni».
Il vescovo confessa “turbamento” dopo aver letto e riletto quanto il Papa ha scritto il 20 agosto in tema di abusi. La franchezza del Papa disarma, certamente è inconsueta, chiosa don Fiocco, riportando alcuni passi di Bergoglio. Come questi: «Il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere Con vergogna e pentimento, come comunità ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite».
Il vescovo confessa, dunque, il suo turbamento, e poi ammette di aver provato anche “commozione”. Così ha deciso di inviare anche lui una lettera ai suoi preti, diffondendola poi a tutti i fedeli della Chiesa di Belluno e Feltre come pure a coloro che sono disponibili ad approfondirla.
Questo – spiega il vescovo – proprio perché il Papa richiama che «è necessario che ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui tanto abbiamo bisogno», che «impossibile immaginare una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio».
Ecco, dunque, mons. Marangoni incoraggiare i suoi preti a parlarne nelle rispettive parrocchie, con piena libertà. Si tratta «di concretizzare l’appello del Papa alla conversione non tanto in forme esteriori, ma a renderlo alimento della nostra preghiera, oggetto di approfondimento, motivo di discernimento comunitario e spirituale anche nelle nostre comunità parrocchiali, lì dove ne vedete l’opportunità pastorale». Don Renato indica in modo particolare, quale incubatore di ogni abuso di potere, il clericalismo – annota don Fiocco nella presentazione della lettera del vescovo.
«È questo uno stile – lo dice il Papa e il Vescovo lo evidenzia – che spesso è «favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici». Ma il clericalismo «genera una scissione nel corpo ecclesiale», mentre «fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo». —
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