Acc, 111 lavoratori senza pensione e Tfr
MEL. Centoundici lavoratori della vecchia Acc di Mel attendono di andare in pensione da due anni. Tutta colpa di un disguido generatosi nel tempo a causa delle imprecisioni commesse da una delle tante società che hanno gestito le buste paga dello stabilimento.
La situazione è stata denunciata dal segretario della Fiom Cgil, Luca Zuccolotto, che annuncia di aver già scritto al commissario Maurizio Castro, assieme agli altri sindacati di categoria bellunesi, «per capire a che punto è la vicenda, visto che sono ormai due anni che i dipendenti attendono di veder riconosciuti gli anni di lavoro svolti».
Un problema che non solo interessa le buste paga, ma anche il Tfr lasciato nel fondo della fabbrica. «Così non va bene», sbotta ancora Zuccolotto. «Come sindacato non sappiamo da che parte prendere questa vicenda, che interessa la vecchia proprietà e l’Inps di Pordenone. Siamo pronti ad appostarci sotto l’Istituto di previdenza, fino a quando i lavoratori non otterranno ciò che spetta loro».
Della partita è stato interessato anche il commissario straordinario Maurizio Castro: «Da tempo insieme con l’Inps di Pordenone stiamo lavorando a questa vicenda. Tutto nasce», spiega Castro, «dal fatto che la vecchia società che redigeva le buste paghe per Acc ha commesso delle imprecisazioni nel compilare un modulo. E questo ha fatto bloccare la procedura avviata dall’Istituto di previdenza. Per fortuna, grazie al dialogo, siamo riusciti a metterci d’accordo con l’Inps per riprendere in mano, una a una, tutte le pratiche per correggere l’errore».
Ad oggi, delle 111 posizioni (la maggior parte riguardanti dipendenti in capo alla vecchia Acc), «ne sono state sistemate 87. Per raggiungere questo risultato abbiamo istituito due task force, una in capo al commissario e una all’Inps. Nel giro di qualche settimana, anche le altre posizioni mancanti potranno essere sistemate. E così posso dire ai lavoratori di stare tranquilli: presto potranno andare in pensione. Per quanto riguarda il Tfr, per ora è stato liquidato dal commissario straordinario».
Resta aperte sempre a carico alla vecchia proprietà, la causa civile a Milano per l’azione di responsabilità nei confronti dei tre amministratori e dei tre sindaci a cui sono stati chiesti 31 milioni di euro di risarcimento (si andrà in aula nell’ottobre 2017), mentre per la causa penale attendiamo il termine delle indagini da parte della procura di Pordenone. Ammonta invece a 11 milioni di euro la richiesta di risarcimento agli austriaci della Secop, presentata al tribunale civile di Trieste per la concorrenza sleale (udienza a fine 2017).
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