Acc, Form e Ferroli: tanti gli interrogativi

BELLUNO. Se qualche azienda va bene, o perlomeno reggono l’urto della crisi economica, altre presentano qualche criticità di troppo. Per queste il 2015 potrebbe essere l’anno della svolta. Tra queste...

BELLUNO. Se qualche azienda va bene, o perlomeno reggono l’urto della crisi economica, altre presentano qualche criticità di troppo. Per queste il 2015 potrebbe essere l’anno della svolta.

Tra queste c’è ancora l’ex Acc di Mel, oggi Italia Wanbao-Acc srl, per la quale i sindacati chiedono un incontro con la proprietà cinese e con il commissario straordinario Castro,, al rientro dalle festività. «Due sono i tavoli che abbiamo aperti», precisa Luca Zuccolotto, segretario della Fiom Cgil. «In primo luogo dobbiamo ritrovarci con la vecchia gestione straordinaria per il pagamento degli arretrati e il rinnovo della cassa integrazione straordinaria che scade il primo febbraio; poi dovremo incontrare i vertici di Wanbao per capire quanti saranno i volumi e quanta credibilità siamo riusciti a recuperare sul mercato. E poi non possiamo dimenticare i 155 lavoratori che torneranno al lavoro nel 2015: il nostro obiettivo è farli rientrare prima delle scadenze firmate al ministero. Infine, i 10 esuberi: per loro dovremo pensare a un’alternativa valida, vistro che non vogliamo lasciare a casa nemmeno una persona».

Intanto, nei giorni scorsi sono state pagate (più rapidamente rispetto a quanto i lavoratori si attendevano) le indennità di cassa da parte dell’Inps ai dipendenti ex Acc, relativamente al mese di novembre.

C’è poi la questione Form di Quero, oggi Albertini Cesare spa. «Anche con questa azienda ci sono diverse questioni in piedi», sottolinea Bruno Deola, segretario della Fim Cisl, «dal contratto integrativo all’organizzazione del sistema produttivo che, secondo il piano che ci è stato presentato, dovrebbe influenzare positivamente lo stabilimento di Quero».

Anno decisivo anche per la Ferroli di Alano di Piave, dove la proprietà ha disdetto la contrattazione integrativa dal 2015 e quindi tutti i premi di produzione: su questo fronte, i sindacati intendono dare battaglia al fine di ripristinare questo diritto.

Ma sopra a tutte queste situazioni, ce n’è una più importante, come puntualizza Zuccolotto: «È quella relativa alla legge Fornero, che dal 2015 modificherà la normativa sulle pensioni. In questo modo, si impedisce il normale ricambio generazionale all’interno delle fabbriche, dove troveremo sempre più gente di una certa età e malata, mentre i giovani saranno a casa senza fare nulla. Così non si può andare avanti. E cosa dire, poi, degli ammortizzatori sociali, che vedranno ridurre il loro tempo di erogazione?», conclude l’esponente della Fiom. (p.d.a.)

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