Acc, i lavoratori scendono in strada: «Basta con le tasse»

Mel.Due ore di sciopero contro le riforme del governo Fim, Fiom e Uilm: «La misura è colma, questo è solo l’inizio»
Manifestazione acc
Manifestazione acc

BELLUNO. La misura è colma e i lavoratori Acc, nonostante i tempi di crisi, hanno deciso di sacrificare due ore di lavoro, quindi di stipendio, per urlare al mondo tutta la loro preoccupazione.

E così ieri mattina (e poi anche nel pomeriggio), dopo l’assemblea sindacale con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm che hanno illustrato alcuni punti della manovra del governo Monti sul lavoro, articolo 18 e pensioni, hanno deciso di esternare la loro rabbia, scendendo in strada a manifestare. Due ore di sciopero, di cui una di presidio sulla rotatoria di Villa di Villa per i dipendenti dell’ex Zanussi di Mel, con tanto di striscioni e volantini (l’altra ora a fine turno). Qualche disagio per gli automobilisti, che però non si sono lamentati, sostenendo moralmente l’azione degli operai.

«Abbiamo iniziato da questo stabilimento dove la crisi si è fatta sentire pesantemente, dove in pochi anni si è passati da 1800 dipendenti a 600. È solo l’inizio di una serie di assemblee e di mobilitazioni, che mirano a far sentire il nostro dissenso alla manovra del governo», precisa Luca Zuccolotto della Fiom.

«I motivi sono da rintracciare in un malessere generale dei lavoratori, che non è solo limitato alle aziende di Mel e non è per questioni interne, ma per l’aumento dell’imposizione fiscale. La manovra Monti crea non poche difficoltà ad arrivare non solo a fine mese, bensì alla fine di ogni singola giornata. Un malessere che è anche delusione per una classe politica che sperpera denaro pubblico in un momento in cui ai soliti noti vengono chiesti grandi sacrifici. Ormai la misura è colma e il bicchiere sta traboccando», dice Bruno Deola, segretario della Fim Cisl. «Questi sono solo i primi segnali di malessere, segnali che auspichiamo arrivino presto a chi ci governa, perché capisca che è arrivato il momento di cambiare rotta, di ridurre le spese della politica, di trovare soluzioni positive e non soltanto impositive per rilanciare il mercato del lavoro, a oggi così depresso da questa politica fiscale».

I lavoratori sono stanchi di una situazione che diventa di giorno in giorno più pesante da sostenere e che toglie alle famiglie la possibilità di andare avanti, di guardare con meno ansia al futuro. «Dai lavoratori è venuto un buon segnale», dice anche Paolo Da Lan della Uilm, «che avvalora i ragionamenti che abbiamo fatto finora, cioè che la riforma del mercato del lavoro va modificata nel senso voluto dai sindacati. Sappiamo che quello che chiediamo ai lavoratori è un sacrificio non indifferente con i tempi che corrono, ma solo così potranno far valere le loro ragioni. A questo proposito abbiamo indetto come Uilm altre quattro ore di sciopero per il 26 aprile. Forse pochi sanno che tutte le manovre messe in piedi dal governo ad oggi hanno eroso dalla busta paga dei lavoratori dai 70 ai 100 euro al mese, a fronte di un aumento salariale concordato di 45 euro».

Le assemblee continueranno per tutto il mese. Oggi i sindacati saranno alla Costan, Sest e Meccanostampi di Limana e non è escluso che anche qui i lavoratori decidano di scioperare. Poi domani toccherà a Giorik, Olis, Polaris, Suffrigo ed Evco di Sedico.

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