Acc, i sindacati preoccupati chiedono l’incontro al prefetto
Borgo Valbelluna
Sindacati di categoria e rappresentanti unitari dei lavoratori bellunesi e torinesi pronti a scendere in campo per salvare il futuro degli stabilimenti dell’Acc di Borgo Valbelluna e dell’ex Embraco di Torino. I segretari sindacali hanno infatti chiesto un incontro ai due prefetti di Belluno e Torino.
«La Commissione europea ha recentemente notificato la richiesta di ulteriori chiarimenti sull’istanza presentata dal Governo italiano per un aiuto di Stato», scrivono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil preoccupati per questa decisione. «La richiesta europea di un’ulteriore verifica, oltre a quella già precedentemente richiesta, non è più coerente con la tempistica del piano industriale di Acc. Il Governo ha già ribadito il proprio pieno supporto al salvataggio e alla messa in sicurezza dello stabilimento zumellese come presupposto per il rilancio del comparto del compressore in Italia, attraverso la creazione del progetto Italcomp includendo lo stabilimento Embraco di Chieri a Torino».
E proprio per questo motivo i sindacati chiedono un incontro al prefetto di Belluno, incontro che è stato chiesto anche dai colleghi di Torino al loro rappresentante governativo. «Far fronte agli altissimi volumi di vendita in corso di esecuzione nello stabilimento di Mel necessita di un urgente impegno economico del Governo. L’assenza di risorse economiche non consente l’acquisto dei materiali necessari alla produzione e di far fronte alle elevate richieste dei clienti. Se ciò avvenisse», scrivono ancora Fiom, Fim e Uilm, «segnerebbe la chiusura dello stabilimento e la fine del progetto Italcomp».
«L’indecisione europea ci ha portato ad un punto di non ritorno», dicono i sindacati che ricordano la disponibilità e l’interesse del prefetto «per questa delicata vertenza e vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici, necessitiamo quindi di un incontro urgente da tenersi in modalità remota in rispetto alle misure per il contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19». —
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