Acc, in 400 marciano contro le banche

Il territorio bellunese unito per richiamare alla responsabilità gli istituti di credito
I Lavoratori dell'acc consegnano ai direttori delle banche bellunesi il documento di richiesta di supporto all'azienda
I Lavoratori dell'acc consegnano ai direttori delle banche bellunesi il documento di richiesta di supporto all'azienda

La marcia bellunese per il lavoro.

In 400 tra lavoratori, sindaci o assessori (di Lamon, Feltre, Lentiai, Santa Giustina, Cesiomaggiore, Limana, Trichiana, Belluno, Mel, Sedico, Sospirolo) e sindacati hanno protestato davanti e dentro le banche per chiedere garanzie sul prestito di 1.2 milioni di euro necessario per traghettare l’Acc di Mel fino alla fine del 2013. I volumi ci sono, quello che manca è la liquidità per garantire l’acquisto della materia prima per realizzare il prodotto e per pagare i dipendenti che ormai da agosto non percepiscono più la retribuzione intera e questo mese rischiano di saltarla completamente.

Un serpentone di oltre una sessantina di auto è sfilata lungo tutta la Valbelluna da Mel fino a piazza dei Martiri a Belluno dove ad attenderle c’erano già altri sindaci, alcuni parlamentari e consiglieri regionali.

Poi una delegazione composta da rsu, sindacalisti e sindaci ha visitato le due banche in centro Unicredit e Banco Popolare chiedendo aiuto e facendo presente che una risposta negativa potrebbe avere risvolti negativi anche sui conti correnti degli istituti di credito stessi. Mentre fuori i lavoratori hanno distribuito ai passanti un volantino contenente la lettera consegnate alle banche dove si richiamano alla loro responsabilità sociale di far circolare denaro e sostenere il credito. Tra fischi, e grida come “vergogna banche” e questa è la marcia dei poveri” i lavoratori hanno fatto sentire tutta la disperazione per un destino ancora incerto in mano agli istituti bancari.

Da piazza dei Martiri poi il serpentone si è trasferito in piazzale della Resistenza e da qui a piedi, sotto lo sguardo vigile di Digos, carabinieri, polizia e polizia locale le centinaia di persone hanno visitato altre cinque banche. In ognuna di queste la risposta dei referenti di filiale è sempre stata la stessa: «Non siamo noi a decidere, ma presenteremo queste vostre richieste ai vertici consapevoli che comunque la crisi vostra interessa anche noi».

Verso mezzogiorno la marcia si è conclusa e tutti sono tornati a casa in attesa di conoscere la risposta che il pool di nove istituti darà in merito alle richieste del commissario straordinario per il prestito. Se saranno positive, come tutti si augurano, allora si aprirà un nuovo scenario di speranza per lo stabilimento dell’Acc, se invece chiederanno ancora tempo sindacati e lavoratori faranno scattare altre iniziative per rendere ancora più significativa la pressione sugli istituti. Se invece la risposta sarà negativa allora per l’Acc si aprirà lo scenario più drammatico quello cioè della chiusura e la messa in mobilità di 620 persone.

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