Acc: niente piano Si lavora solo 3 giorni a settimana

Mel. I sindacati prevedono si continui così per due mesi La svolta forse a novembre. Molti dipendenti in difficoltà
Di Martina Reolon

MEL. Fintanto che Wanbao Acc Italia non darà indicazioni sul piano industriale i dipendenti continueranno a lavorare con turni di tre giorni a settimana.

«Questo molto probabilmente per i mesi di settembre e ottobre. Poi speriamo che da novembre qualcosa si smuova», spiega Giorgio Bottegal, rsu Fiom, che ieri ha incontrato i suoi “colleghi” rappresentanti sindacali per la consueta riunione che settimanalmente viene fatta con lo scopo di parlare dell’andamento dell’azienda.

«Come risaputo, stiamo aspettando il piano industriale per il rilancio dello stabilimento zumellese. Contiamo che l’azienda lo presenti al massimo l’ultima settimana di settembre», dice ancora Bottegal.

«In questo momento sappiamo che la direzione aziendale cinese sta contattando i diversi clienti in vista del prossimo anno».

A preoccupare, intanto, è la situazione che vede circa trecento lavoratori in attesa di ricevere i soldi della cassa integrazione straordinaria.

Si tratta dei 150 ex dipendenti messi in mobilità dopo l’acquisto di Wanbao e dei 155 per i quali invece si è decisa l’introduzione scaglionata nel corso di un anno. Di questi, i cinquanta rientrati in fabbrica ad aprile avanzano tre mesi, i cinquanta riassunti ad agosto ne devono riceverne sei, mentre quelli che entreranno a dicembre ne sono privi da 210 giorni.

Uno stato di cose non dei più rosei, a cui si aggiunge l’incertezza sull’aumento dei volumi dello stabilimento.

E sempre sul fronte della cassa, sindacati e rsu avevano fatto sapere nei giorni scorsi che l’Inps sta attendendo l’autorizzazione dal ministero competente per poter procedere al pagamento, ma questo via libera ancora non c’è. La cassa straordinaria deve essere approvata dalla commissione ministeriale che si riunisce una volta a settimana e va in ordine di presentazione: per l’Acc era attesa a fine luglio.

«Chi non accede all’anticipo delle banche (in base alla convenzione siglata con la Provincia di Belluno, ndr) è in difficoltà», commenta Bottegal. «Ricordiamo poi che il 27 di questo mese scade la cassa integrazione ordinaria, di cui stiamo facendo uso massiccio. Tutti i lavoratori fanno sacrifici: basti pensare che lavoriamo tre giorni a settimana, oltre a esserci decurtato lo stipendio per far sì che l’azienda possa restare in piedi. Uno stipendio che per tutti è sotto i mille euro. E si può ben capire come non sia facile andare avanti. E ci sono diversi casi in cui entrambi i componenti di un nucleo familiare sono in cassa».

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