Acc, oggi è il giorno della verità
MEL. Il giorno della verità. Oggi alle 12 il commissario straordinario di Acc Compressors spa, Maurizio Castro sarà davanti al gip del tribunale di Pordenone per sostenere l’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica, del procedimento per bancarotta nei confronti dell’ex amministratore delegato della società, Luca Amedeo Ramella ed altri membri dell’allora Cda.
A dare supporto all’azione del commissario, ci sarà, davanti al tribunale in piazza Giustiniano, un presidio di lavoratori e sindacalisti del Bellunese. Il gruppo arriverà con un pullman che partirà alle 9.30 dal piazzale dell’Acc Wanbao di Mel, per poi fare una tappa alle 10 a Cadola e da qui via fino a Pordenone. Qui ad attenderli ci saranno i segretari locali di Fiom, Fim e Uilm. Lavoratori e sindacalisti distribuiranno alla popolazione il documento redatto dal Consiglio di sorveglianza socio-istituzionale in cui si racconta la vicenda e si evidenzia cosa comporterebbe un’eventuale archiviazione del caso, per la provincia montana.
Sono attesi anche degli amministratori pubblici del Bellunese che il sindaco di Mel ha chiamato a raccolta nei giorni scorsi proprio per questo appuntamento, mentre incerta è la presenza dei parlamentari impegnati a Roma. «Sarebbe importante che ci fossero dei sindaci con le fasce tricolori a dare man forte all’azione del commissario Castro», dicono i segretari bellunesi di Fiom, Fim e Uilm.
Quello di oggi, infatti, è l’atto decisivo della vicenda dell’ex Acc di Mel. Infatti, se il giudice per le indagini preliminari dovesse accogliere le tesi della Procura e quindi archiviare il caso, «calerebbe una pietra tombale, senza nessun responsabile, sullo scandalo del dissesto di Acc, con i suoi 450 milioni di buco e le sue pesanti conseguenze occupazionali e industriali per la nostra provincia e per i lavoratori che da quel momento hanno perduto il lavoro», dice il primo cittadino zumellese, Stefano Cesa.
«Quello che chiediamo è solo giustizia per un territorio che ha già sofferto sia economicamente che umanamente per questo caso. Vorremmo che fosse un tribunale a decidere se questo dissesto ha dei responsabili. Speriamo, quindi, nella decisione del gip e nella giustizia italiana», conclude Cesa. (p.d.a.)
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