Acc, ore contate per il futuro dell’intero gruppo

Entro oggi devono arrivare al tribunale di Graz i pareri delle parti interessate al piano di rilancio
manifestazione sindacale all'acc di mel
manifestazione sindacale all'acc di mel

MEL. Ore contate per il gruppo Acc e per lo stabilimento zumellese. Entro oggi arriveranno al tribunale di Graz, tramite lettera, i pareri dei vari soggetti interessati sul piano di rilancio dell’ad Ramella. Le missive saranno poi aperte dal giudice austriaco di Graz: solo allora si conoscerà il destino del gruppo metalmeccanico.

Sono ore di grande ansia per i lavoratori dell’Acc zumellese, ma anche di rabbia e scoramento. Le decisione prese in Austria, infatti, condizioneranno il futuro dei complessi italiani. Nelle settimane scorse l’ad Ramella ha depositato il piano di risanamento e gli 11 milioni di euro spettanti. Un piano che prevede gli strumenti per il pagamento dei debiti ai creditori, pagamento che, secondo quanto impone la norma, ammonta almeno al 30% dell’importo complessivo.

Importi che sono stati recuperati tramite la vendita dello stabilimento cinese, trasferendo la liquidità in Austria e trasformando i debiti in crediti.

La cordata di imprenditori veneti, che e si è detta pronta a intervenire, lo farà dopo il voto per rilevare o l’intero gruppo o soltanto gli stabilimenti italiani (questo in caso di voto negativo). «Se l'Austria dovesse promuovere il piano Ramella, la cordata di imprenditori si farebbe avanti, poi spetterebbe all’ad decidere a chi vendere», precisa Paolo Da Lan, segretario della Uilm bellunese. «In questo caso chiederemo, come sindacati, il riequilibrio dei volumi tra i due stabilimenti per far lavorare Mel, finora sfavorita nei confronti dell’Austria». Se il voto dovesse essere contrario «come parti sociali chiederemo ancora il riequilibrio dei volumi. Contemporaneamente si aprirebbe il percorso della messa in fallimento dello stabilimento di Furstenfeld, con le ricadute in Italia. In seconda battuta chiederemmo di sapere se ci fosse ancora la riconferma dell’interesse degli imprenditori ad acquisire solo l'Italia e di conoscere da Ramella le strategie per tenere in piedi la situazione. La continuità produttiva ci sarà ancora, anche se gli austriaci dovessero diventare concorrenti», sottolinea Da Lan.

Attualmente Oltralpe si stanno producendo gli stessi prodotti di Mel, anche se da noi i volumi interessano il compressore K, che oggi va per la maggiore, mentre in Austria si opera sul “delta”

Il pallino del gioco resta quindi in mano all’Isa, l’ente che raccoglie i 700 lavoratori austriaci, che attualmente vanta un credito di 3.5 milioni di euro. Se il voto dell’ente fosse negativo, lo stesso sarebbe costretto a pagare quasi 19 milioni di euro per il tfr dei dipendenti di Furstenfeld. «Sarebbe un esborso notevole, non credo che l’ente voglia fare questo passo, non sarebbe conveniente», conclude Da Lan.

Paola Dall’Anese

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