Acc, partita la trattativa sui 167 esuberi
MEL. Non sarà davvero semplice per i sindacati di categoria, Fiom, Fim , Uilm e rsu, governare i 167 esuberi previsti all’Acc Wanbao di Mel.
Ieri c’è stato il primo incontro con la proprietà in cui si è parlato del piano industriale presentato a metà dicembre a Roma al ministero dello Sviluppo economico.
Un incontro che i sindacati, chiusi nel loro silenzio ormai diventato una costante quando riguarda l’Acc e ben a ragione visto le gatte da pelare che spesso si trovano a gestire, hanno solo definito interlocutorio. Tanto da ridarsi appuntamento per martedì prossimo per un nuovo incontro, al termine del quale si terranno le assemblee con i lavoratori per informarli sullo sviluppo della trattativa.
Da quanto si è appreso, per riuscire a riassorbire il numero importante di esuberi, i sindacati vorrebbero rispolverare la proposta che prevede un tavolo con Confindustria, politici e parti sociali. Un tavolo che ha visto qualche confronto l’anno scorso, ma che ad oggi non ha portato ad alcun risultato. Anzi pare essere lettera morta.
D’altra parte gli industriali sono già alle prese con le loro crisi, anche quelle all’interno della stessa associazione, e ciò rende difficile un confronto su un tema come quello che vorrebbero proporre i sindacati, cioè responsabilizzare tutti sugli esuberi di altre imprese.
La società dal canto suo ha ribadito la necessità di snellire la macchina della produzione per ridurre le spese. Sul piano presentato al ministero lo stesso amministratore delegato, Wu Benming, aveva chiesto l’impegno corale di tutti, «dei lavoratori e delle loro rappresentanze e organizzazioni sindacali, così come delle istituzioni locali, dai Comuni alla Provincia alla Regione, e delle centrali. Sappiamo che gestire ulteriori eccedenze sarà doloroso per una comunità già ferita dalla crisi: ma siamo impegnati a rendere l’impatto sociale il meno gravoso possibile, per poter garantire l’equilibrio organizzativo ed economico indispensabile per mantenere in sicurezza gli impianti e la più gran parte dell’occupazione loro dedicata». E inoltre aveva anche annunciato che «con ragionevolezza, sarà raggiunto l’obiettivo della continuità industriale a costi compatibili con un mercato concorrenziale come quello del compressore per elettrodomestico».
Inoltre, l’amministratore delegato aveva anche confermato gli investimenti da 50 milioni di euro dal 2014 in avanti.
Ora i riflettori sono tutti puntati sulla prossima riunione e su quello che andranno a dire i sindacati ai lavoratori e su come intendono rendere il meno possibile impattante l’uscita dalla fabbrica di 167 persone, in un momento in cui la crisi non è ancora passata e le aziende hanno frenato le assunzioni.
Paola Dall’Anese
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