Acc, patto sociale per gli esuberi

Mel. I sindacati chiedono aiuto a Provincia, Regione e Confindustria per reinserirli

MEL. Un patto sociale con l’intero territorio per ricollocare i 167 dipendenti dell’Acc Wanbao di Mel ora in esubero. È partita già ieri, nel corso delle assemblee sindacali, la ricerca di chi, volontariamente, deciderà di uscire dalla fabbrica metalmeccanica per trovare un altro impiego dopo aver seguito dei corsi di riqualificazione. E qualcuno si è già fatto avanti.

Tra le riqualificazioni, tra chi è vicino alla pensione, tra chi volontariamente vuole andarsene o tra chi ancora vuole scegliere il part time, i sindacati di categoria pensano così di trovare quei 167 lavoratori in esubero. Infatti, l’obiettivo dell’azienda è di far produrre i componenti del compressore in Cina e di farli montare a Mel. Ecco spiegato perché, nel piano industriale presentato alla fine del 2016, l’amministratore delegato della proprietà parla di un aumento della produzione ma con minor personale.

«Abbiamo spiegato ai dipendenti», precisano Mauro Dalla Rosa della rsu Fim e Luciano Zaurito, segretario della Uilm, «che la Regione ha a disposizione 2 milioni di euro per corsi formativi e che intende metterne a disposizione dei nostri lavoratori. Inoltre, la Provincia, in queste settimane, farà una sorta di indagine di mercato per trovare imprese che possano avere bisogno di manopera di qualunque tipo. Una volta appurate le necessità, partiranno i corsi riqualificanti mirati proprio per formare le figure lavorative che servono nel momento». Inoltre, per le aziende che assumeranno a tempo indeterminato gli ex dipendenti Acc «la Regione metterà dai 4 ai 6 mila euro per ciascun lavoratore».

Domani l’ad Benming partirà per la Cina dove chiederà ai vertici di Wanbao se potrà parlare di part time, portando anche l’ok per l’avvio della cassa integrazione a rotazione richiesta dai sindacati. Cassa che partirà da marzo e che durerà per sei mesi. Il tempo necessario perché qualche addetto possa seguire i corsi di formazione. Al termine di questi, partiranno altri 12 mesi di cassa straordinaria, «gli ultimi a nostra disposizione», spiega Zaurito, «per cui entro il 31 dicembre 2018 dovremo aver gestito tutta questa partita. E lo possiamo fare nel migliore dei modi se tutto il territorio collaborerà. Per questo chiediamo di instaurare un patto sociale con Regione, Provincia, parti sociali, azienda e Confindustria. Ognuno dovrà fare la propria parte. Anzi», anticipa Zaurito, «abbiamo intenzione di fare i prossimi incontro proprio alla presenza di tutti questi soggetti».

«Non dimentichiamoci», conclude Dalla Rosa, «che l’ex Zanussi di Mel ha dato lavoro, negli anni d’oro, a tante persone che erano rimaste senza lavoro in provincia. Ora ci attendiamo che chi ha ricevuto possa ricambiare il favore». Dei 50 milioni di euro di investimenti annunciati dall’azienda, «in realtà alla fine ne saranno investiti 5», conclude il segretario della Uilm. E questo per produrre entro il 2019 fino a 3 milioni di compressori con 270 addetti. (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi