Acc, scatta lo sciopero di 8 ore con sit-in

La decisione contro i 90 licenziamenti è stata presa ieri mattina dopo l’incontro sindacale. Chiesto l’intervento del Prefetto
I sindaci della provincia uniti nella manifestazione ACCmanifestazione
I sindaci della provincia uniti nella manifestazione ACCmanifestazione

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Sciopero di otto ore e presidio davanti alla Prefettura di Belluno. Con invito “perentorio” ai politici bellunesi a Roma di essere presenti per dire cosa hanno fatto in questi mesi per risolvere la vicenda.

Il consiglio di fabbrica della Wanbao Acc, al termine dell’incontro sindacale, ha deciso ieri mattina di attuare delle azioni di protesta contro i 90 licenziamenti che si concretizzeranno a partire da lunedì prossimo.

Che la lotta fosse appena all’inizio era chiaro già da venerdì scorso quando i lavoratori hanno fatto un’ora di sciopero al termine di ogni turno e i sindacati di categoria, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno anticipato l’intenzione di organizzare delle azioni per scongiurare i 90 esuberi.

Otto le ore di sciopero previste a partire dalle 22 di giovedì fino alle 6 di sabato, in base ai turni di lavoro. Inoltre sarà previsto un sit-in davanti alla prefettura di Belluno a partire dalle 9.30. Poi alle 10 ci sarà l’incontro con il prefetto che ha acconsentito di sentire le ragioni della parti e farsi interprete, per quanto in suo potere, ai piani alti del governo.

I sindacati chiamano quindi a raccolta tutti i dipendenti della Wanbao zumellese, ma se la prendono anche con i parlamentari bellunesi che all’ultimo consiglio di sorveglianza istituzionale della fabbrica avevano promesso “di andare a bussare personalmente alle aziende del territorio per trovare una ricollocazione degli esuberi dello stabilimento”.

«I parlamentari bellunesi in questi mesi hanno fatto solo sfilate di moda», attaccano le parti sociali, «venendo meno a quanto promesso ai lavoratori interessati alla vertenza. Riteniamo che l’assordante assenza da parte del territorio bellunese sulle mancate ricollocazioni, abbia contribuito a far perdere di vista l’opportunità di creare realmente un patto sociale su un territorio che dimostra di avere un tasso di disoccupazione pari quasi allo zero».

Le parti sociali quindi puntano il dito contro la politica che non ha saputo dare, a loro dire, una risposta alle esigenze emergenziali di questa fabbrica ormai da troppi anni in crisi e in un momento in cui il mercato del lavoro sta andando bene come dimostrano le varie analisi territoriali.

Rispetto a questa situazione urgente dell’ex Acc, quindi, parte l’appello a lavoratori, al territorio e agli iscritti ai sindacati territoriali perché siano presenti in massa al presidio per far sentire la propria vicinanza a questi lavoratori che rischiano il loro impiego. Quello che chiedono, quindi, le parti sociali è un atto di solidarietà.

Oggi, comunque, si conosceranno meglio i particolari di sciopero e sit-in. —



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