Accoltellamento davanti al bar «Capace d’intendere e volere»

Illustrata la perizia su Paso Ahmetovic che rischia una condanna a nove anni L’uomo rimane detenuto a Treviso e a giugno scadrà la carcerazione preventiva



Ahmetovic è capace d’intendere e volere. E d’ora in poi avrà un altro avvocato. Nell’abbreviato per il tentato omicidio del consigliere comunale Bruno Longo dell’aprile dell’anno scorso, il perito del Tribunale ha illustrato la sua perizia e risposto soprattutto alle domande del difensore Riccitiello, che alla fine dell’udienza ha rinunciato al mandato per divergenze insanabili con il suo assistito. Discussione e sentenza sono state fissate per il 5 aprile, intanto le è subentrato d’ufficio Ghedina.

Non c’è molto tempo per studiarsi tutti gli atti, partendo dal presupposto che solo per la coltellata a Longo l’imputato Paso Ahmetovic rischia fino a nove anni di carcere, tenuto conto dello sconto previsto per il rito alternativo. Se fosse riconosciuto colpevole, potrebbe cavarsela anche con qualcosa di meno, mentre a giugno scadrà il periodo di carcerazione preventiva. Il 54enne croato è detenuto nel carcere di Treviso, dopo un primo periodo a Baldenich, e anche ieri è arrivato in tribunale scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. Ad aspettarlo, la moglie e un amico. L’udienza davanti al gup Marson e al pubblico ministero Marcon è durata poco meno di tre ore. C’era anche l’avvocato di parte civile Claudia Bettiol.

Lo psichiatra Kirn è arrivato alle stesse conclusioni del collega dell’accusa Pesavento: capace d’intendere e volere e con un disturbo antisociale. Mentre quello della difesa Cestaro aveva certificato che l’uomo la capacità d’intendere non l’ha mai persa, mentre all’epoca dei fatti era gravemente scemata quella di volere. Nel fascicolo del pubblico ministero, c’è anche la consulenza Cirnelli, che ha qualificato il reato in tentato omicidio, sia come dinamica che come mezzo: un fendente, dal quale Longo si è difeso con un braccio. Non l’avesse fatto, la lama avrebbe colpito degli organi vitali. In più, la testimonianza della stessa parte offesa, quella di un testimone e un video girato poco dopo l’aggressione del 19 aprile dell’anno scorso, davanti al bar all’Angolo di via Vittorio Veneto.

Secondo la ricostruzione, Longo era a bordo di una Porsche, che un amico gli aveva affidato per farla riparare, quando è stato accoltellato. Danneggiata anche l’auto, ma il proprietario non ha presentato querela per danneggiamento aggravato. Rimangono in piedi, invece, il porto illegale di arma od oggetto atto a offendere e la minaccia ai poliziotto che stavano per arrestare Ahmetovic. Sul movente dell’aggressione, le parti non sono d’accordo fin dall’inizio: secondo l’imputato, l’acquisto di un orologio di lusso falso e che non funzionava; secondo la parte offesa, un prestito non accordato da una terza persona, un amico comune. Un primo risarcimento di 3 mila euro è già stato versato e stornato per le cure di cui necessita uno dei figli di Ahmetovic. —

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