Accordo sui laghi fino al 15 agosto

I prelievi da parte dei Consorzi calano da 11 a 7 metri cubi al secondo. L’assessore Bottacin: «Un buon risultato»
Di Francesco Dal Mas

BELLUNO. Sospiro di sollievo per i turisti di Auronzo, del Centro Cadore, di Alleghe, di Sospirolo e della Conca dell’Alpago. E anche per gli amministratori dei comuni interessati che hanno dato battaglia in queste settimane. I rispettivi laghi ritorneranno a galla. O quasi.

Da oggi al 15 agosto i prelievi d’acqua dal fiume Piave e dai suoi affluenti, da parte dei Consorzi di Bonifica, per l’irrigazione dei campi in provincia di Treviso, e altrove, saranno ridotti da 11 metri cubi al secondo a 7, quindi del 40%.

Un accordo in tal senso è stato raggiunto l’altro ieri, in piena emergenza San Vito, dall’assessore Giampaolo Bottacin e dalla presidenza dei Consorzi di Bonifica. E l’intesa è stata tradotta dal governatore Luca Zaia in un decreto, immediatamente operativo.

«È un risultato più che soddisfacente, considerate le premesse – commenta Bottacin -, per il quale debbo ringraziare la presidenza dei Consorzi che, leggi e decreti alla mano, aveva tutto il diritto per stazionare sugli 11 metri cubi al secondo».

Le disposizioni in materia, infatti, danno sostanzialmente priorità alle esigenze dell’agricoltura, il settore primario, che come riconosce lo stesso assessore mal si conciliano con quelle del turismo. «E il mondo agricolo, non va dimenticato, è una potenza. La sua generosità, in questo caso, non era davvero scontata».

Va detto, comunque, che i Consorzi hanno considerato la particolare situazione della siccità che non è ai livelli massimi, forse neppure medi, ma “leggeri”, come si dice in gergo, per cui tutta l’acqua programmata non sarebbe servita.

Adesso bisognerà vedere che cosa accadrà dopo Ferragosto. La Regione è ottimista. L’assessore all’ambiente ricorda i temporali di questi giorni, così ‘importanti’ da aver provocato anche danni e tragedie, per cui conclude che neppure nel prosieguo del mese i prelievi dovrebbero essere significativi.

In altre parole la sua speranza è che si resti sui 7 metri cubi al secondo, anzi che vengano addirittura diminuiti. Per quanto riguarda la situazione del lago di Corlo, che non è interessato al bacino del fiume Piave ma a quello del Brenta la situazione è ancora diversa: in questo caso l’accordo prevede che sia rispettato il deflusso minimo vitale. Anche in questo caso, fino a metà agosto, poi si vedrà.

A dire il vero la polemica dei sindaci è molto forte. E riguarda non solo i prelievi per uso irriguo ma anche le laminazioni che svuotano i laghi a partire dalla metà di agosto. Sindaci che hanno minacciato delle azioni legali.

L’intesa, per la verità, si estende al fiume Po e l’impegno, al riguardo, è di ridurre la portata del Garda ad un massimo di 8, 9 centimetri. Si crea, altrimenti, un problema al delta, con l’acqua salata del mare che entra nel Po e potrebbe creare problemi alle coltivazioni agricole.

«E’ evidente che questa problematica – conclude Bottacin – non può essere approcciata a spizzichi e bocconi, ma come ho spiegato al ministro dell’ambiente, Gianluca Galletti, all’inizio della settimana a Roncade, bisogna rivedere la legislazione in materia, introducendo nuovi paletti. Il ministro, si badi, mi ha dato ragione, perché la materia è nazionale, piuttosto che esclusivamente regionale, come sostiene in modo improprio l’ex consigliere Sergio Reolon».

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