Achille e gli alunni di Dolo al Vincheto di Celarda

La comitiva è stata ricevuta dal colonnello Munari e dal sindaco di Rocca Pietore. Un’occasione per parlare di Vaia e passeggiare tra i sentieri nell’area naturale



«Non posso che ringraziare ancora Achille per il suo gesto, con il quale aveva manifestato un profondo affetto per il nostro territorio, riportando nel contempo l’attenzione sui fatti di Vaia, che non devono mai essere dimenticati». Così il sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin ha salutato i ventuno alunni della scuola elementare del suo paese, giunti ieri mattina al completo assieme ai colleghi delle classi quarte dell’istituto di Dolo alla riserva naturale del vincheto di Celarda, invitati dal reparto dei Carabinieri biodiversità di Belluno, che gestiscono il sito.

Per i giovani l’incontro è stato l’occasione per parlare di quanto accaduto lo scorso 29 e 30 ottobre sulle montagne bellunesi a seguito della tempesta Vaia, in una giornata suddivisa in varie fasi: dalla spiegazione degli eventi curata dagli esperti, al lavoro di gruppo fino al momento conclusivo caratterizzato dalla passeggiata tra i sentieri naturalistici. Tra loro c’era proprio Achille, il quale, dalla provincia di Venezia, dopo i fatti alluvionali aveva scritto una letterina al primo cittadino di Rocca Pietore inviandogli cinque euro dei propri risparmi per la ricostruzione. Un gesto che aveva commosso l’intera comunità. Per questo De Bernardin lo ha riabbracciato ringraziandolo nuovamente. «Più si parla di Rocca Pietore e della nostra provincia», ha proseguito ancora il sindaco, «e più si ricostruirà dalle macerie: i 600mila alberi abbattuti, senza contare i danni provocati dall’acqua parlano da sé. E in questo contesto di desolazione e difficoltà si è inserito il giovane Achille, che mosso da grande sensibilità attraverso un’iniziativa spontanea dopo essere rimasto colpito dalle immagini che vedeva scorrere in tivù ha voluto contribuire in prima persona per risolvere i danni che erano venuti a crearsi nel nostro territorio. Per me è come rivedere un amico.E poco importa quindi se i boschi fossero lontani da casa sua, perché desiderava fare un gesto concreto «di partecipazione e di solidarietà».

Le due realtà territoriali coinvolte sono in qualche modo collegate tra loro: anche la Riviera del Brenta, nel 2015 era stata a sua volta soggetta a gravissimi danni portati da un tornado che vi si era abbattuto con grandissima forza, provocando anche un morto e diversi feriti. De Bernardin ha poi colto l’occasione per parlare dell’attuale situazione di Rocca Pietore. «I soldi per ricostruire ora ci sono e di questo ringrazio il governo e la Regione Veneto», ha spiegato, «per la celerità con cui si erano mossi. Dico però ai cittadini che la burocrazia è lentissima e che i cantieri più importanti partiranno nel 2020, non prima».

Sull’evento è intervenuto il colonnello Gianfranco Munari, comandante del reparto biodiversità dei carabinieri, per il quale «è importante raccontare ai giovani un tema di grande attualità come quello dei cambiamenti climatici per sensibilizzare il problema e cercare di fornire così il proprio contributo per risolverlo. Sarebbe importante creare una mentalità meno dispendiosa in termini di consumo di risorse, utilizzando pertanto energia pulita derivante dall’utilizzo di nuove tecnologie, come l’eolico ma non solo. La presenza dell’anidride carbonica deve diminuire». —





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