Acqua o virus, centinaia i casi segnalati
VAL DI ZOLDO. Doppia indagine da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1 per le centinaia di casi di dissenteria e nausea che hanno coinvolto residenti e turisti nel comune di Val di Zoldo e in alcune zone dell’alto Agordino.
L’indagine idrica. Dopo le segnalazioni giunte ai medici di famiglia, alle farmacie zoldane mercoledì e dopo la denuncia dei musicisti dell’European Spirit of Youth Orchestra la cui gran parte è finita all’ospedale, ieri mattina il personale dei Servizi di igiene degli alimenti e di prevenzione (allertato mercoledì dal Comune zoldano) ha eseguito i prelievi sulle acque di fontane ed acquedotto. I campioni sono stati consegnati per le analisi all’Arpav. Entro un paio di giorni si potranno conoscere i risultati. Risultati che sono attesi da tutta la popolazione zoldana che si è trovata coinvolta in una situazione che di certo non fa bene all’immagine turistica della valle stessa, in questo momento in cui è frequentata da moltissimi villeggianti. Cresce, infatti, in queste ore, la preoccupazione da parte degli operatori turistici sull’impatto che questa vicenda potrà avere sulla stagione estiva. E tutti si augurano che il mistero possa essere svelato al più presto per ridare serenità alla valle.
Nei giorni precedenti a questa che ormai si può chiamare epidemia (di cosa, però, non si sa) Bim Gsp aveva diramato avvisi di non potabilità idrica nello Zoldano e in Agordino. Gli allarmi, però, erano rientrati qualche giorno dopo, scatenando tuttavia diverse lamentele da parte dei turisti per il disagio. Dal canto suo Bim Gsp ribadisce di non avere in atto alcun controllo sugli acquedotti, ma che tutto è in mano alle autorità competenti, vale a dire l’Usl. In montagna, però, basta una pioggia per intorbidire l’acqua, acqua che poi si riversa anche nelle fontane che pescano dall’acquedotto.
L’indagine epidemiologica. L’indagine, come fanno sapere dal Dipartimento di prevenzione bellunese, che è in contatto con l’Usl di Trento, verte anche in un’altra direzione: quella epidemiologica. Non si esclude, infatti, che questi problemi di salute possano essere stati generati da un qualche virus. Due assistenti sanitarie, ieri, quindi, si sono recate proprio in Val di Zoldo per intervistare alcune delle persone colpite da dissenteria e vomito. Lo scopo è quello di capire cosa hanno fatto i giorni precedenti allo scatenarsi del problema, cosa hanno mangiato e bevuto, dove sono andati. Insomma ricostruire ogni minimo particolare per trovare elementi comuni a cui poter eventualmente ricondurre gli esiti manifestatisi tra martedì e mercoledì. In alcuni casi, sono stati distribuiti anche dei preparati per eseguire eventuali colture cliniche.
Il Comune. Intanto, resta valido l’avviso comunale di non bere l’acqua dell’acquedotto e di non consumarla per scopi alimentari se non dopo averla bollita.
Il sindaco Camillo De Pellegrin si dice «molto dispiaciuto per i residenti e per i turisti per quanto accaduto. Al di là dell’inevitabile, vogliamo andare a fondo della vicenda», annuncia, «perché i nostri concittadini hanno il diritto sacrosanto di sapere cosa ha causato il loro malessere. È un nostro obbligo morale oltre che amministrativo».
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