Acqua, piano d’emergenza entro metà febbraio
BELLUNO. Si allarga il fronte delle criticità idriche in provincia di Belluno: all’inizio in sofferenza c’erano solo Cencenighe e Ponte nelle Alpi, poi si sono aggiunti lo Zoldano con Cornigian e ieri anche Arabba di Livinallongo (per una rottura all’acquedotto), il comune di Sovramonte e la frazione di Casada a Santo Stefano di Cadore. Le autobotti dei vigili del fuoco hanno fatto la spola, ieri, tra i due comuni agordini e quello feltrino.
L’emergenza diventa di giorno in giorno sempre più seria. Tanto che la Prefettura, al termine di un vertice durato più di due ore e mezza, ha chiesto a tutti i soggetti coinvolti (dal Bim Gsp ai vigili del fuoco dalla protezione civile alla Provincia), di presentare entro il 15 febbraio il cosiddetto “piano dell’emergenza”. Un piano che codifichi, in base ad alcune situazioni particolari, la gravità della circostanza e preveda le azioni conseguenti da mettere in atto per arginare il problema.
«La situazione è estremamente seria», commenta il vice prefetto aggiunto Andrea Celsi, «per questo rinnoviamo l’appello alla popolazione a non sprecare l’acqua e a iniziare a farne un uso più razionato». La questione è complessa, visto che, a fronte di una carenza idrica inequivocabile dettata da mesi di siccità e da temperature in quota molto basse, la popolazione non ha compreso bene la gravità del problema.
Nel frattempo, la Prefettura continua a lavorare alacremente per giungere a un piano giuridicamente corretto. Un piano che possa dettare le regole di azione in caso di necessità.
Tre i gradi di emergenza: al primo, il livello di attenzione - quello attuale - corrisponde la mancanza di acqua in via sporadica e prevede come azioni la chiusura delle fontane e l’ordinanza dei sindaci contro gli sprechi. Segue il grado di preallarme, quando la carenza idrica si riscontra più volte nel corso di una settimana: prevede l’uso di autobotti per poter garantire il rifornimento idrico (è ciò che sta accadendo a Cencenighe). Infine c’è il grado di allarme, che prevede l’assenza di acqua, se non in tutta la provincia, almeno in gran parte di essa , e che porta con sè la razionalizzazione della risorsa idrica per intere giornate nel corso di una settimana o un mese.
In questo contesto, infine, è stato definito l’elenco, in ordine di priorità, anche delle utenze a cui dovrà essere sempre garantita l’acqua. «La priorità principale riguarda gli ospedali e le varie strutture sanitarie, comprese le case di riposo; seguono le utenze domestiche, poi quelle agricole, le produttive-industriali, le utenze temporanee-occasionali, infine le fontane», precisa Celsi.
Nel frattempo vengono analizzati tutti gli scenari possibili che possano presentarsi, tanto che la Prefettura ha già informato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione della situazione, così da poter avviare le procedure conseguenti, in caso di necessità, fino allo stato di calamità.
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