Acqua, pronto l’aumento delle tariffe
BELLUNO. Salvare la società prima di ogni altra cosa. Ha altissime probabilità di essere approvato l’aumento del 30 % delle tariffe dell’acqua, condizione necessaria ma forse non sufficiente per salvare Bim Gsp dal fallimento. La delibera predisposta dal comitato istituzionale dell’Ato e inviata solo ieri pomeriggio ai sindaci bellunesi, verrà discussa questo pomeriggio dall’assemblea dell’Ato riunita a villa Patt.
L’unica incognita pare essere legata al raggiungimento del numero legale, perché la decisione del sub commissario della Provincia, Castelli, di convocare oggi l’assemblea ha indisposto i sindaci dei Comuni che andranno al voto il 6 maggio. Approvare l’aumento, infatti, sarà difficile da spiegare ai cittadini a pochi giorni dalle elezioni e in molti pensano che sarebbe stato più giusto lasciare la decisione a chi avrà cinque anni di amministrazione davanti.
Tra i tanti annunci di assenza non ci sono solo quelli dei sindaci sotto elezione e, per raggiungere il numero legale, occorre soddisfare un doppio criterio: quello degli enti presenti (devono essere almeno 34) e allo stesso tempo dei cittadini rappresentati (la metà più uno della popolazione dei Comuni dell’Ato). I sindaci si troveranno davanti diverse delibere: il bilancio dell’Ato, l’aumento delle tariffe degli allacci (250 euro, 500 se si aggiunge anche il gas), l’aumento delle tariffe dell’acqua del 30 %, una revisione del piano degli investimenti (con una riduzione degli interventi in programma), la nomina del revisore dei conti e del direttore.
Quello che si temeva da tempo, dunque, accadrà perché i sindaci bellunesi non hanno trovato idee migliori per salvare Bim Gsp e si stanno rendendo conto che il fallimento della società dell’acqua andrebbe a causare gravi danni ai bilanci comunali. Non si può dimenticare però la storia: Bim Gsp ha accumulato un’esposizione finanziaria di 80 milioni di euro circa. I sindaci bellunesi, pur essendo legali rappresentanti dei Comuni soci, pare che non se ne siano accorti fino a poco meno di due anni fa, quando la voragine è emersa per azione dell’ex presidente della Provincia (e dell’Ato) Gianpaolo Bottacin. In questo lungo periodo si è parlato molto, ma si è fatto poco o nulla per trovare risorse con le quali coprire il buco che, com’era prevedibile nella peggiore delle ipotesi, ricadrà sulla testa dei cittadini.
L’aumento dovrebbe anticipare di qualche (pochi) anni il pareggio di bilancio, comunque non prima del 2020 e bisogna ricordare che a luglio è già stato stabilito un altro aumento del 5% ogni anno.
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