Acquabona, occorre tarare meglio i sensori
Venerdì sera un falso allarme ha fatto partire a vuoto la macchina dei soccorsi. Il sindaco Ghedina: «L’Alemagna è stata chiusa solo 45’: ora interverremo»
CORTINA. Si lavora ad Acquabona per tarare i sensori di allerta frana.
Venerdì sera, verso le 21.15, i dispositivi installati per il monitoraggio meccanico della colata che dal Sorapis scende sull’Alemagna si sono mossi, e i semafori sono diventati rossi.
È partita la macchina dell’allarme ma, dopo circa tre quarti d’ora, la strada è stata riaperta perchè era stato un falso allarme. Sul fronte franoso sono saliti a verificare sia i Vigili del fuoco e sia i tecnici di Anas: non c’erano movimenti.
«Abbiamo avuto una riunione tecnica in prefettura», spiega il sindaco Gianpietro Ghedina, «proprio per discutere del monitoraggio. Il sistema meccanico, da protocollo, parte da oggi (ieri per chi legge,
ndr
) e in questi giorni sarà comunque tarato. Venerdì sera la strada è stata chiusa circa quarantacinque minuti. Al controllo effettuato dai pompieri e dai tecnici Anas si è visto che non vi era nulla di particolare. Il sistema comunque è una garanzia ulteriore per evitare che le persone che transitano sulla Statale vengano coinvolte da possibili frane».
Durante l’incontro è stato anche rivisto il protocollo di emergenza. I sensori disposti lungo il fronte franoso scattano quando si muove la colata e si deposita un certo quantitativo di materiale. Contemporaneamente i semafori sulla Statale diventano rossi e obbligano gli automobilisti a fermarsi.
Legato al sistema di monitoraggio con i sensori, Anas ha anche un sistema che fa partire in contemporanea l’allerta sui numeri di cellulari previsti dal protocollo. Un messaggio di avviso che la colata ad Acquabona si è mossa arriva al sindaco Ghedina di Cortina, al sindaco Franco De Bon di San Vito, ai Vigili del fuoco, ai tecnici Aans, ai Carabiniere ed alla questura.
«Il problema della frana del Sorapis rimane», ammette Ghedina, «ma con le opere fatte e con quelle previste il pericolo dovrebbe di gran lunga attenuarsi. A monte della Statale ci sono i due nuovi invasi che sono molto capienti e vuoti. Il protocollo di emergenza prevede che Anas e Regole siglino una convenzione affinché le Regole indichino alcuni terreni dove eventualmente si possa depositare il materiale che dovesse franare per tenere sempre liberi gli invasi. Il sistema prevede poi dei canali di scolo, che in parte sono stati realizzati, che riescono a dividere, grazie anche alle briglie di contenimento installate, la parte liquida da quella solida; e così il materiale che dovrebbe arrivare negli invasi si riduce di molto. Tutte le forze coinvolte», sottolinea Ghedina, «hanno piena consapevolezza del problema e della necessità di risolverlo, anche considerando la stagione estiva. Anas sta procedendo con uno spirito più che collaborativo e pertanto restiamo fiduciosi che le opere programmate vengano effettuate». In questi giorni i tecnici continuano ad operare per far sì che i sensori non diano falsi allarmi, pur restando ulteriore garanzia di attivazione immediata di eventuali emergenze.
Alessandra Segafreddo
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